Il progetto LIFE New4Cartridges, coordinato da Eco Store, si concentra sul mercato delle cartucce d’inchiostro per dare vita a un approccio sostenibile.
Kevin Walz, designer, racconta le possibilità del sughero
Il sughero è un materiale completamente naturale, ignifugo e resistente. Il designer Kevin Walz ci racconta come abbia deciso di usarlo per le sue opere.
Kevin Walz, tu lavori col sughero italiano?
Col sughero della Sardegna. Sono di New York e sei anni fa ho vinto una borsa di studio, “the Rome price”, per un soggiorno a Roma. Poi ho deciso di rimanere.
Avevi già usato il sughero prima di venire a Roma?
Ero sempre affascinato dalla ricerca di materiali alternativi e dal cercare di scoprire la loro vera caratteristica. Il sughero poi mi è sempre interessato, perché ha delle caratteristiche molto particolari.
Un esempio?
Quando stavo ancora a New York, l’ho impiegato per fabbricare copriscrivanie. Funziona meglio del legno, perché è più flessibile e più morbido al tatto. Un giorno ho trovato da un rigattiere delle palline di sughero. Allora mi è venuta l’idea di infilare queste palline in un cavo di acciaio e costruirci, all’interno di una cornice di alluminio, degli schienali per sedie.
C’è una casa discografica a New York che ha messo queste sedie in tutti gli uffici, sono comodissime. Le palline fanno un continuo, leggero massaggio alla schiena. Il sughero è un materiale estremamente resistente. Pensa che nella casa sulla cascata di Frank L. Wright è stato messo come rivestimento nei bagni e nella doccia, e soltanto adesso, dopo più di 60 anni, comincia a dare problemi. Hanno chiamato me per sostituirlo dov’è necessario.
Poi, quando sei arrivato a Roma, hai cercato nuovi modi per usare questo materiale?
Durante un soggiorno in Sardegna ho visto come tolgono il sughero dagli alberi e come lo lavorano in seguito per poterlo usare nei vari settori. E’ una poesia, un materiale così naturale e bello lavorato con antichi processi artigianali! Ma secondo me si aprono nuove possibilità se si sposa questo materiale ecologico con le nuove tecnologie.
Così hai deciso di sperimentarlo con i mobili?
In Sardegna usano un piccolo sgabello di sughero per sedersi dentro il caminetto, mentre girano la porchetta. Lo fanno in sughero naturale perché non prende fuoco, è ignifugo. Era l’unico mobile che abbiamo trovato. Poi negli ultimi quattro anni ho sviluppato una collezione di mobili.
Ho iniziato con la sedia. Il sughero sembra qualche volta legno, qualche volte gomma e ho scoperto che a seconda di come si taglia presenta caratteristiche molto diverse. E io voglio usare proprio queste caratteristiche. Normalmente per arrivare ad avere una sedia ergonomica si usano sistemi complicati come un’armatura di tipo ingegneristico. Col sughero si fa tutto con un sistema naturale.
Ho scoperto che se viene tagliato con forme curve, è flessibile e molto resistente. Se invece è tagliato linearmente rimane rigido. Il design delle mie sedie è venuto naturale, ho ascoltato semplicemente il materiale. Sono comodissime e completamente ecocompatibili, perché c’è soltanto sughero, colla bianca e un impregnante ecologico.
A vederlo sembra sughero pressato!
E’ sughero che riciclo dalle industrie dei tappi. Viene macinato e pressato in blocchi, dai quali poi taglio con un laser computerizzato la forma che voglio. Queste sedie le ho fatte con quattro pezzi. Ho anche realizzato dei tessuti che sono molto adatti per foderare divani. Assomiglia alla pelle ed è resistente e facile da pulire. E come tutti i materiali naturali invecchia bene, non diventa brutto come i materiali sintetici.
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