Dopo decenni di battaglie delle tribù native, le quattro dighe sul fiume Klamath che hanno devastato la popolazione di salmoni sono state demolite.
I popoli nativi americani che vivono sul fiume Klamath ce l’hanno fatta. Dopo decenni di battaglie le quattro dighe che hanno devastato la popolazione di salmoni e compromesso la principale forma di sussistenza alimentare delle tribù locali sono state smantellate.
L’approvazione definitiva per la demolizione era arrivata nel 2022, per un costo stimato di 450 milioni di dollari. Ora i salmoni potranno tornare a nuotare e riprodursi nelle acque a flusso libero che scorrono tra la California e l’Oregon e si prevede un aumento di oltre l’80 per cento della loro presenza nei prossimi anni. In parallelo allo smantellamento delle dighe è stata avviata la riqualificazione delle terre limitrofe, così che l’ecosistema del fiume Klamath possa tornare quello di una volta.
Il fiume Klamath è il secondo corso d’acqua più grande della California ma nasce sulle montagne dell’Oregon. Fino a un secolo fa era il terzo fiume più popolato di salmoni della costa occidentale americana, poi la costruzione di diverse dighe prima degli anni Sessanta e in parallelo gli effetti dei cambiamenti climatici hanno messo in crisi la riproduzione della specie, favorendo allo stesso tempo lo sviluppo di alghe tossiche.
Per decenni attivisti ambientali e nativi americani hanno lottato perché venisse ordinata la demolizione delle dighe. Da una parte c’è un discorso di salvaguardia dei salmoni, il cui numero è ormai il 5 per cento circa di quello di un tempo, dall’altra la necessità di restituire ai popoli indigeni una loro forma di sussistenza alimentare tradizionale nell’area. La battaglia è diventata più aspra dopo il 2002, quando c’è stata una moria senza precedenti di salmoni.
Nel 2009 era stato raggiunto un primo accordo per la demolizione delle quattro dighe sul fiume Klamath, ma poi erano mancati i finanziamenti per realizzarla. Nel 2022 però la U.S. federal energy regulatory commission ha dato l’approvazione definitiva alla demolizione delle quattro dighe sul fiume Klamath, decretando la vittoria delle tribù indigene locali.
La prima diga è stata smantellata già nel 2022, l’ultima a fine agosto del 2024. È stata la più grande opera di smantellamento di dighe nella storia degli Stati Uniti, ha portato alla riapertura di oltre 600 chilometri di fiume e l’acqua è tornata a scorrere liberamente.
Il costo dello smantellamento delle dighe è stato di circa 450 milioni di dollari, a cui ha contribuito per metà la società che gestisce le dighe, PacifiCorp. Secondo le proiezioni, nel corso dei prossimi 30-40 anni la popolazione di salmoni nel fiume Klamath aumenterà dell’81 per cento, riavvicinandosi ai valori precedenti alla costruzione delle dighe. Ma c’è altro.
Oltre alla rimozione delle dighe, l’intervento prevede la riqualificazione di tutta l’area intorno al fiume, danneggiata in modo diretto e indiretto dalle infrastrutture costruite il secolo scorso. Sono 890 gli ettari di terra interessati, dove squadre composte anche da membri delle tribù indigene hanno iniziato a piantare semi per far rifiorire la vegetazione e favorire il ritorno delle specie animali. Il processo sarà lungo, l’area sarà curata e monitorata per anni, mentre le acque diventeranno sempre più pulite e i salmoni ripopoleranno il fiume. Il fiume Klamath tornerà quello di una volta o forse anche meglio, come hanno sottolineato gli esperti che si stanno occupando della sua riqualificazione.
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