Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Il Kurdistan e la liberazione delle donne in fuga dallo Stato Islamico
La liberazione nel 2015 si festeggia così, a bordo di un pick up che sfreccia nelle gialle campagne curde. Le foto e i video delle donne che si tolgono gli abiti tradizionali neri per sfoggiare vestiti colorati, in fuga dalle regioni della Siria controllate dallo Stato islamico, sono l’ultimo simbolo di una lotta di resistenza
La liberazione nel 2015 si festeggia così, a bordo di un pick up che sfreccia nelle gialle campagne curde. Le foto e i video delle donne che si tolgono gli abiti tradizionali neri per sfoggiare vestiti colorati, in fuga dalle regioni della Siria controllate dallo Stato islamico, sono l’ultimo simbolo di una lotta di resistenza che dura da anni.
Queste immagini, scattate da Servan Derwish, sono state pubblicate il 6 giugno dal fotografo Jack Shahine sui suoi profili social e mostrano donne festanti, finalmente sorridenti, in fuga verso il Rojava, la regione autonoma del Kurdistan occidentale, in Siria. Fuggono dai fanatici dello Stato Islamico e dalla guerra civile siriana.
“Una volta arrivate nel territorio controllato dai curdi, queste donne hanno gettato il burqa e riscoperto la gioia di essere nuovamente libere”, ha dichiarato Shahine all’Huffington Post France.
https://www.youtube.com/watch?v=oKFD8NAfaI8
Nel Kurdistan e nei curdi, le donne e le persone che scappano dalla violenza trovano rifugio e cercano pace. Riconoscono in questa terra libera l’ultimo baluardo di lotta per la civiltà dopo essere state abbandonate dalla comunità internazionale, poco interessata a entrare in un conflitto decisamente asimmetrico e ingovernabile.
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