Ben presto, chi condivide sui social network fake news sui cambiamenti climatici avrà vita dura. Facebook annuncia una stretta, iniziando dal Regno Unito.
L’anacronismo del federalismo ecologico
La frammentazione delle competenze sull’ambiente a livelli sempre pi
Se da un lato il Governo sembra voler semplificare e migliorare la
complessa legislazione ambientale accorpando numerose leggi in un
unico grande quadro organico, dall’altro appaiono poco
comprensibili alcune scelte delle amministrazioni periferiche e
molte competenze in materia di ambiente che ad esse si stanno
delegando.
La questione non vuol certo discutere scelte politiche più o
meno federaliste, ma si basa piuttosto sulle caratteristiche
intrinseche che hanno queste tematiche e sulla possibilità
che il decentramento ne assicuri una corretta ed efficiente
gestione.
Appare infatti quasi ovvio il fatto che in materia di fauna
selvatica, ma anche di acque, di aria e probabilmente anche in
materia di aree protette e in genere di tutela della
biodiversità, un approccio gestionale che si basi solo sui
confini amministrativi non è certo il modo migliore per la
soluzione dei complessi problemi che investono questi argomenti.
Gli uccelli in volo non riconosceranno mai i confini di una regione
o di una provincia (e tanto meno quelli di uno stato), ma anche la
gestione di un fiume separata e diversa tra regioni confinanti o un
parco diviso in più enti a seconda delle pertinenze
amministrative non sembrano la strada migliore per garantire
efficienza gestionale e raggiungimento degli obiettivi di
protezione della natura e valorizzazione dei territori. Almeno per
le questioni ambientali, la gestione dovrebbe essere fatta secondo
ambiti omogenei (bacini idrografici) e con un forte lavoro tra enti
che garantisca il lavoro in comune e secondo obiettivi
sinergici.
In un momento storico in cui le questioni ambientali hanno un forte
significato globale, frammentare e ridurre le competenze a livelli
regionali o addirittura comunali ha poco senso, se non sul piano
strettamente operativo di applicazione delle leggi e dei
regolamenti e di coinvolgimento della popolazione (che in genere
sarà più motivata a lavorare per il futuro del
proprio territorio). Ma non bisogna perdere di vista l’interesse
comune che ha bisogno di maggiore coordinamento nazionale e
internazionale.
Armando Gariboldi
naturalista
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