Delicato, confortevole, profumato, il risotto zucca, latte e tartufo accoglie le delizie dell’autunno, scaldando il cuore come il focolare di un camino.
Come leggere l’etichettatura degli alimenti e ottenere informazioni utili ai consumatori
Consumatori più informati e maggior garanzia di trasparenza nei rapporti tra produttore e consumatore: in questa direzione si muovono le ultime normative in materia di etichettatura degli alimenti. Se questa filosofia da una parte impone ai produttori l’obbligo di indicare in etichetta una serie di elementi per fornire una corretta informazione, d’altra parte chiede ai
Consumatori più informati e maggior garanzia di trasparenza nei rapporti tra produttore e consumatore: in questa direzione si muovono le ultime normative in materia di etichettatura degli alimenti. Se questa filosofia da una parte impone ai produttori l’obbligo di indicare in etichetta una serie di elementi per fornire una corretta informazione, d’altra parte chiede ai consumatori di imparare a leggere l’etichetta in modo critico e approfondito, perché solo così potrà conoscere i prodotti che acquista.
Quali sono le regole per l’etichettatura degli alimenti
La prima regola riguarda la lingua: in tutti i prodotti commercializzati in Italia le indicazioni devono essere in italiano. Ma vediamo quali informazioni non possono mancare nell’etichettatura degli alimenti. Il nome del prodotto deve essere inerente al suo contenuto. Se cita un ingrediente, questo deve essere chiaramente riportato in etichetta.
L’elenco degli ingredienti, devono obbligatoriamente essere indicati in ordine decrescente di peso. Tutti, a eccezione di alcuni per i quali è sufficiente indicare la categoria di appartenenza (ad esempio oli vegetali).
Il peso netto, cioè senza il peso della confezione. Per i prodotti solidi immersi in un liquido (come ad esempio le mozzarelle) è d’obbligo riportare il “peso sgocciolato” oltre a quello netto, fatta eccezione per l’olio (nei sottoli ad esempio), che si considera un ingrediente. Se il peso è seguito da una “e” significa che è stato predeterminato meccanicamente.
Etichettatura degli alimenti, data di scadenza e modalità di conservazione
Il termine minimo di conservazione, o data di scadenza, è la data (giorno, mese, anno) entro la quale il prodotto va consumato. La dicitura ammessa per legge è ” da consumarsi entro…” per i prodotti che hanno una costituzione chimica o un rischio di alterazione batterica tali da renderli obbligatoriamente consumabili entro la data indicata (come latte, burro, pesce fresco preparato e confezionato). In biscotti, caffè, paste secche, ovvero nei prodotti che si conservano a lungo, è sufficiente la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…”, per indicare che, se l’alimento viene conservato bene e non subisce danni, può essere consumato anche dopo tale data.
Le modalità di conservazione, e le istruzione per l’uso sono indicazioni obbligatorie nei prodotti per cui l’omissione non consentirebbe una corretta conservazione (surgelati) o un corretto utilizzo (preparati per budini o torte, purè in fiocchi,surgelati).
Alcune normative specifiche, come quelle relative ai prodotti Dop e Igp o le recenti norme sulla carne, prevedono l’indicazione del nome e sede del produttore o del confezionatore o del venditore. È comunque sempre obbligatorio indicare la sede dello stabilimento di produzione e il numero di lotto e, per tutte le bevande alcoliche, come vino e superalcolici, il titolo alcolometrico (che indica la quantità percentuale di alcool).
Anche per i prodotti biologici è obbligatorio l’etichettatura degli alimenti e informazioni al consumatore come il nome, codice ed estremi dell’organismo di controllo con un numero dell’autorizzazione alla stampa dell’etichetta. Infine deve essere indicato se un prodotto “contiene organismi geneticamente modificati”, se questi sono presenti in una quantità superiore all’1 per cento. Altre norme regolamentano i cosiddetti prodotti dietetici e “light”.
Betty Pajè
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo i risultati di uno studio su 39mila adulti francesi, un consumo di cibi ultra-processati è associato all’insonnia cronica.
Se ne è discusso a un evento a Roma, a partire dalla proposta di legge per andare oltre gli allevamenti intensivi. Gli interventi di produttori, medici, veterinari, studiosi e politici.
Il governo è al lavoro sul decreto “contaminazioni” per l’agricoltura biologica che prevede limiti di tolleranza più elevati per i residui accidentali. Un testo che fa discutere.
La Giornata mondiale dell’alimentazione 2024 punta a sensibilizzare sul tema del diritto al cibo che non è ancora garantito a tutti, nonostante si sprechino grandi risorse per produrlo.
La vitamina D si classifica come tale pur agendo come un ormone. È essenziale per il nostro organismo, ma è facile esserne carenti.
I crostoni di funghi, taleggio di capra e patate al timo sono una ricetta sfiziosa e molto gustosa, adatta a una tavolata tra amici golosi.
La ricerca del Food forum packaging rivela quanti e quali sono i potenziali cancerogeni mammari che contaminano il cibo.
L’epigenetica promuove il benessere psicofisico attraverso una biodiversità di alimenti sani e di sentimenti positivi. I consigli degli esperti durante il primo incontro di Food Forward.