Quale posizione adottare quando si medita

Gli insegnamento del Ven. U-Vivekananda relativi alla posizione corretta da assumere durante la meditazione Vipassana, con indicazioni preziose e utili anche per altre tecniche meditative in posizione seduta.

Quando vi sedete in meditazione scegliete una postura confortevole, che può essere o nella posizione del pieno loto o, se questo risultasse troppo difficile, nella posizione del mezzo loto o in quella che viene chiamata la postura birmana che consiste nel porre una gamba piegata di fronte all’altra senza sovrapporle: l’alluce della gamba che sta all’interno si posa tra la coscia e il polpaccio dell’altra gamba che sta all’esterno.

Chi non riesce a stare in queste posizioni, può usare due o più cuscini in modo che alzando le natiche si crei meno tensione nelle cosce. Forse più tardi, con la pratica, riuscirete a togliere il secondo e anche il primo cuscino e a sedervi direttamente sul tappeto di meditazione. Chi ha problemi di ginocchia può sedersi su piccoli sgabelli e chi ha seri problemi di schiena può sedersi su una sedia senza però appoggiare il dorso. La cosa importante è scegliere una posizione abbastanza confortevole in modo che possiate tenerla a lungo.

Per quanto riguarda le mani, nella pratica di Vipassana non si attribuisce alcun significato alla posizione delle mani. Potete tenerle in grembo, o una sopra l’altra con i pollici che si toccano. I pollici in contatto possono servire a scoprire, quando si allentano, il sopraggiungere della sonnolenza. E allora, allertati, potete fare uno sforzo maggiore per vincere il torpore.

Per quanto riguarda la schiena, cercate di tenervi il più possibili diritti e per usare un esempio tecnico, formate un angolo di 90 gradi con il pavimento. Non è difficile capire il perché di questa raccomandazione. Se uno tiene la schiena incurvata e rilassata, sarà facile preda della sonnolenza e inoltre la curvatura creerà ostacoli alla respirazione, problemi al sistema gastro-intestinale, alla digestione, al sistema urinario e alla circolazione sanguigna. Quindi, per evitare queste difficoltà, è bene meditare tenendosi il più diritti possibile.

Nella meditazione vipassana seduta non vi è necessità di tenere gli occhi aperti, per cui chiudete gli occhi e apriteli soltanto se vi sentite presi da una forte sonnolenza. La luce del giorno o di una lampada può aiutarvi a superare il torpore.

Per quanto riguarda il respiro, mantenetelo naturale, non cercate di manipolarlo, controllarlo o forzarlo. Se il respiro è veloce, lasciatelo così com’è e se, a causa della profonda concentrazione il respiro si fa sottile e lento, accettatelo così com’è senza cercare di accelerarlo.”

 

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
Angelo Vaira. A lezione dalla natura, dove vince chi coopera meglio

“Sull’alimentazione ci stiamo giocando tutto. Il futuro del Pianeta dipende dall’alimentazione”, su questo Angelo Vaira non ha dubbi. Ma ci spiega anche che il problema va oltre al semplice cibo che mangiamo. Si tratta di prendere coscienza della rete in cui questo piatto si inserisce; degli esseri viventi, umani, animali e vegetali, coinvolti; dei processi