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Per la prima volta, una legge regionale riconosce e finanzia i Gruppi di acquisto solidale (GAS). Succede in Umbria, dove la sigla convenzionale GAS si è arricchita di una “p” finale (Gasp), ovvero “popolari”. I GAS sono quei gruppi costituiti da persone che decidono di unirsi per creare un’alternativa alla grande distribuzione per l’acquisto
Per la prima volta, una
legge regionale riconosce e finanzia i Gruppi di
acquisto solidale (GAS). Succede in Umbria, dove la
sigla convenzionale GAS si è arricchita di una “p” finale
(Gasp), ovvero “popolari”.
I GAS sono quei gruppi costituiti da persone
che decidono di unirsi per creare un’alternativa alla grande
distribuzione per l’acquisto di alimenti come frutta e verdura. Il
primo, storico gruppo nacque a Fidenza nel 1994 diventando poi una
realtà che ha creato reti in tutta Italia.
Tra le caratteristiche principali che un GAS deve avere ci
sono: la distribuzione di prodotti a chilometro
zero (cioè di vicina provenienza, locali), un
rapporto diretto tra produttore e consumatore (la cosiddetta
filiera corta) e, requisito essenziale, non devono
esserci fini di lucro all’interno del gruppo in modo da mantenere
il prezzo del prodotto venduto sotto una certa soglia.
Nel testo della
legge approvata dalla Regione Umbria sono previsti anche
incentivi economici per le mense pubbliche che
decidono di rifornirsi attraverso i GAS per almeno il 35 per cento
del totale degli alimenti acquistati. Anche i comuni saranno
incoraggiati a concedere licenze di vendita per incentivare il
rapporto diretto tra agricoltore e consumatore.
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