Le soluzioni di smart home & building automation abilitano la transizione ecologica, come dimostra il Report di sostenibilità “Welcome to the Nice future”.
La casa multifunzionale e giocosa dei designer automobilistici
Anticonvenzionali, innovativi e mai banali, i designer automobilistici concepiscono l’ambiente casalingo come un luogo in cui sperimentare soluzioni multifunzionali e strategie anti-stress, ma soprattutto mantenere in costante allenamento l’immaginazione e la creatività.
Che si tratti dell’abitacolo ristretto di una vettura o delle sontuose stanze di una magione, ripensare e rinconfigurare i caratteri di uno spazio residenziale in chiave creativa, al di là di ogni monotonia e prevedibilità, richiede, in entrambi i casi, consistentissime dosi di immaginazione e di un pensiero autenticamente anticonvenzionale.
Non stupisce dunque che i designer automobilistici, esattamente come i loro “cugini” prossimi, ovvero gli interior designer, adottino nei confronti di oggetti, forme e modalità dell’abitare un approccio volutamente contrapposto a qualsiasi stereotipo o schema precodificato.
Conversare di case e arredi con chi per mestiere disegna automobili implica perciò una sorta di salutare ginnastica mentale che consiste nel provare a figurarsi gli ambienti casalinghi o i complementi d’arredo indipendentemente dalle classiche griglie concettuali di “salone”, “cucina”, “divano”, “tavolo” e simili: multifunzionalità, sorpresa e soprattutto giocosità sono i loro imperativi categorici.
La maturità stilistica che non teme il kitsch
“La mia casa è paragonabile ad un negozio di giocattoli” rivela infatti Walter De Silva, già direttore creativo di ben dodici marchi del gruppo Volkswagen e autentica leggenda planetaria del settore.
“Il gioco rappresenta il vero motivo che mi ha indotto a scegliere questa professione. Oggi il mondo del design include addirittura anche il cibo e vari altri ambiti di attività rivelandosi infinitamente più esteso ed onnicomprensivo rispetto a 20 o 30 anni fa, ma anche allora ho sempre guardato al design di interni come a una fonte di ispirazione per il mio lavoro in ambito automobilistico”. Inevitabile dunque che il concetto di comfort casalingo tenda ad assumere connotazioni analoghe a quelle escogitate per il guidatore di una vettura: “Per me l’obiettivo prioritario consiste nel ridurre lo stress, e tale risultato dev’essere perseguito attraverso appropriati abbinamenti di colori, luci e materiali” spiega dunque De Silva. “Originariamente purtroppo si utilizzavano poca pelle e molta plastica, ma oggi per fortuna il settore tessile ha compiuto progressi enormi ampliando così la gamma di soluzioni disponibili”.
Ma è la libertà dello stile che evidenzia l’allure inconfondibile del fuoriclasse: “Non ho paura del kitsch, né di tutti quei contrasti ed ossimori che caratterizzano la mia casa”, puntualizza De Silva. “Non ho bisogno di fingere le pose minimaliste o le idiosincrasie dei designer travestiti. A parte i benefici della domotica e il suo supporto alle pratiche di sostenibilità, ciò che davvero conta in un’abitazione è il potersi rispecchiare negli oggetti che uno ha scelto”.
La preziosa disciplina della leggerezza e della multifunzionalità
E la contiguità fra design automobilistico e design di interni è talvolta inscritta perfino nel percorso formativo dei singoli professionisti: “Essendo stato tra i primi a conseguire la laurea in design industriale all’Isia di Roma, avevo condotto un iter di studi modellato sul settore dell’arredamento ed ho conservato tale impostazione anche quando ho poi cominciato a lavorare sulle automobili”, racconta Roberto Giolito, capo designer del gruppo FCA e ideatore di alcuni modelli iconici come la Fiat Multipla, la 500 e la Trepiùno.
“Un’attitudine tipica di chi opera in un contesto automobilistico consiste nella tendenza ad eliminare o far scomparire gli oggetti nel momento in cui non servono”, afferma Giolito. “Si persegue cioè una sorta di tecnologia dell’alleggerimento che risulta utile soprattutto quando bisogna configurare spazi di piccole dimensioni. Per questo motivo ho sempre apprezzato l’idea del nomadismo applicato ai mobili, che in alcuni casi, come certi esemplari disegnati da Philippe Starck per Kartell, arrivano addirittura a somigliare ai flight case degli aerei.
Del resto per me la massima espressione del comfort consiste nella riconfigurabilità dell’uso degli oggetti, ovvero nella loro multifunzionalità: un concetto brillantemente concretizzato, ad esempio, dalla famosa poltrona Wink, la chaise longue regolabile ideata da Toshiyuki Kita per Cassina e divenuta ormai un pezzo iconico degli anni ’80, capace di trasformarsi, con estrema duttilità e col supporto di rivestimenti intercambiabili, in sedile ergonomico, leggio o comunque elemento sempre diverso e versatile”.
I designer automobilistici si portano il lavoro a casa
L’esigenza di stimolare costantemente l’immaginazione è del resto una deformazione professionale che incide vistosamente sulle atmosfere domestiche predilette dai designer automobilistici.
“Non mi piacciono le case-museo, ovvero quelle che creano una certa distanza e quasi un timore nel viverle”, dichiara Alessandro Maccolini, responsabile e supervisore dell’estetica esterna delle vetture Alfa Romeo. “Uno spazio accogliente è fondamentale per avere sempre la sensazione di entrare in un posto conosciuto, piacevole e rilassante. Esattamente come mi accade sul lavoro, la semplicità e l’accostamento tra materiali tecnici e naturali, quali il legno o la pelle abbinati all’alluminio o al carbonio, sono gli ingredienti che preferisco”.
E può pertanto accadere che il comfort paradossalmente consista nell’avere a disposizione, a domicilio, gli strumenti quotidiani della propria attività creativa, ovvero nel “portarsi il lavoro a casa”: “All’ingresso della mia casa milanese si trova un vecchio sedile sportivo in pelle rossa, che funge da grande ‘svuota tasche’”, rivela infatti Maccolini. “E lascio sparsi qua e là alcuni pezzi, componenti meccanici e modellini di auto. Se disponessi di uno spazio adeguato, forse trasformerei in realtà il sogno di molti appassionati, adolescenti e non: avere un’auto parcheggiata in casa, ovvero una sorta di scultura automobilistica in movimento”.
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