Sulle rinnovabili e la transizione energetica, la Cina è la dimostrazione che la volontà è tutto. Ed è più forte anche dei pregiudizi.
La Cina raggiunge con cinque anni di anticipo i propri obiettivi sulle rinnovabili
La Cina è il primo paese per emissioni di CO2, ma ora è anche il primo paese per potenza rinnovabile installata: raggiunti gli obiettivi con 5 anni di anticipo.
- La Cina ha superato gli obiettivi in termini di rinnovabili con 5 anni di anticipo.
- Secondo i dati, nel 2025 potrà soddisfare un terzo della domanda di energia tramite sole e vento.
- Eppure, continuano a nascere troppi impianti a carbone.
Già lo sapevamo ma ora è indiscutibile: la Cina è il leader mondiale delle energie rinnovabili. Ha addirittura superato, con cinque anni di anticipo, i suoi obiettivi di produzione da energia solare ed eolica. Che erano pure ambiziosi.
A stabilire questo record è il secondo rapporto di Global energy monitor, una ong con sede a San Francisco che monitora le prestazioni di parchi eolici e solari su larga scala. Secondo questi dati, la Cina arriverà a raddoppiare la sua capacità di rinnovabili entro il 2025 (l’obiettivo era arrivare a questo traguardo entro il 2030), raggiungendo i 1.200 gigawatt di energia prodotta da sole e vento.
Nel primo trimestre dell’anno, la capacità solare su scala industriale della Cina ha raggiunto i 228 GW, più di quella del resto del mondo messo insieme. Le installazioni sono concentrate nelle province del nord e del nord-ovest del paese, come Shanxi, Xinjiang e Hebei.
Inoltre, il Global energy monitor ha calcolato che i parchi solari in costruzione possono aggiungere altri 379 GW di capacità potenziale, il triplo di quella degli Stati Uniti e quasi il doppio di quella europea.
La Cina fa passi da gigante sull’energia eolica
Se c’è una voce sulla quale la Cina ha fatto passi da gigante, quella è l’energia eolica: la sua capacità di eolico onshore e offshore ora supera i 310 GW, il doppio di quanto registrato nel 2017. Attraverso i nuovi progetti nella Mongolia interna, nello Xinjiang, nel Gansu e lungo le aree costiere, la Cina è sulla buona strada per aggiungere altri 371 GW prima del 2025, aumentando di quasi la metà la flotta eolica globale.
Ma cosa significa in termini relativi? La Cina è la seconda economia del mondo ed è il più grande emettitore di gas serra. La Cina, da sola, rappresenta la metà del consumo mondiale di carbone. Il presidente cinese, Xi Jinping, si è impegnato nel 2020 a raggiungere il picco delle emissioni di CO2 prima del 2030 e la neutralità entro il 2060. Un obiettivo ambizioso per un Paese che, da solo, è responsabile del 30 per cento delle emissioni annue globali.
Secondo i risultati evidenziati dal rapporto in questione, in linea con i precedenti rapporti e con i dati forniti dal governo, si prevede che la Cina potrà soddisfare un terzo del suo consumo energetico attraverso le fonti rinnovabili entro il 2030.
Ondate di caldo, le insidie non mancano
Gli impianti installati in Cina hanno dimensioni enormi. La centrale ibrida solare e idroelettrica più grande del mondo è entrata in funzione di recente sull’altopiano tibetano: si chiama Kela e può produrre 2.000 GWh l’anno, pari al consumo di 700mila famiglie.
Certo questa transizione energetica non è esente da insidie. Negli ultimi anni, le ondate di caldo record e la siccità hanno paralizzato le centrali idroelettriche, provocando una crisi energetica che ha portato le fabbriche a chiudere temporaneamente. In alcune aree della Cina, la rete elettrica è ancora obsoleta e la difficoltà nel trasferire energia tra le regioni aumenta l’incertezza. Per esempio, l’impianto di Kela si trova nella parte occidentale del paese ma i maggiori consumi provengono da est: il trasporto di energia per migliaia di chilometri da una parte all’altra della Cina genera inefficienze.
Ma la Cina consuma ancora troppo carbone
E poi c’è il carbone. Nei primi tre mesi del 2023 è stata approvata più energia a carbone che in tutto il 2021. Questo perché la Cina ha sempre più “sete” di energia, l’economia cresce e con essa la domanda di elettricità. Eppure si tratta di un circolo vizioso: l’aumento delle emissioni di gas serra prodotte dalle centrali a carbone accelera i cambiamenti climatici, provocando un aumento della frequenza di fenomeni meteorologici estremi come le ondate di caldo e portando a una crescita della domanda di energia.
Per questo, c’è bisogno di progressi più audaci nel campo dello stoccaggio per superare l’intermittenza delle fonti rinnovabili. Solamente in questo modo la Cina potrà dire addio al carbone e assicurare un futuro più sostenibile alle generazioni future.
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