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La Collezione Ernesto Colnago, visita al museo che celebra il Maestro della bicicletta
A Cambiago, nella periferia milanese, per scoprire il museo di Ernesto Colnago, imprenditore che ha segnato la storia della bicicletta. Un percorso emozionante nella storia del ciclismo.
La Collezione è il museo dedicato alle opere firmate da Ernesto Colnago, la casa e il tempio con le creazioni del Maestro che con il suo fare e il suo ardire ha rivoluzionato la storia della bicicletta. L’ingegno, l’arte e l’umiltà contraddistinguono l’animo di questo gentiluomo che ha immaginato e scolpito le biciclette delle vittorie gloriose, capaci oggi di emozionare non solo raccontando di imprese sportive ma anche per la dedizione e la bellezza che racchiudono, oltre a testimoniare quasi un secolo di storia italiana. Infatti oggi Ernesto ha raggiunto il traguardo dei 91 anni, portati strepitosamente.
La Collezione è l’ultimo dei suoi regali al mondo del ciclismo. Ci consegna la sua storia di meccanico, telaista e imprenditore iniziata 77 anni fa, quando a soli tredici anni (falsificando il documento d’identità!) va a lavorare nella ciclofficina Gloria a Milano, per sfuggire al lavoro di contadino. Faceva il saldatore a cottimo. Da lì, da un’infanzia segnata dalla povertà, inizia la sua carriera avventurosa prima di ciclista, poi di meccanico e successivamente di telaista e imprenditore che si afferma in tutto il mondo.
Nella Collezione troviamo 74 biciclette, molte protagoniste di imprese leggendarie. Basti citare quella del record dell’ora di Eddy Merckx del 1972 che ci aspetta nella prima sala: un manifesto poetico, una dichiarazione d’intenti. Seguono poi quelle cavalcate da un altro grande campione, Beppe Saronni che con il telaio Master in acciaio vinse il Mondiale di Goodwood nel 1982. Accanto sfilano le vincitrici di ben cinque Parigi-Roubaix, di cui una ancora ricoperta dal “fango originale”. Sono leggendari i nomi che hanno inforcato le Colnago. Ne citiamo alcuni: Freddy Maertens, Franco Ballerini, Gastone Nencini, Tony Rominger, Tadej Pogacar.
Nel libro scritto da Marco Pastonesi Ernesto Colnago – Il Maestro e la bicicletta leggiamo: “Se la strada è scuola di vita, la bicicletta ne è maestra. E io, dopo tanta strada e tante bici, tirando di lima e ferro di saldatura, ho una storia da raccontare. La mia”. Il museo è la traduzione fisica di questo sentire, un dialogo con le storia del ciclismo e con una leggenda vivente.
La storia di Colnago e il riconoscimento dell’Onu
Quella di Ernesto Colnago è una corsa lunga sessant’anni celebre in tutto il mondo per passione e innovazione. Colnago nasce nel 1932 a Cambiago, nella periferia milanese, dove nel 1954 apre la sua prima bottega. Il ciclismo in Italia a quei tempi rappresentava l’epica popolare con eroi su due ruote raccontati dalle prime pagine dei giornali.
Nel 1955, grazie all’incontro con il campione Fiorenzo Magni, Colnago parte per il suo primo Giro d’Italia ingaggiato come meccanico. Nel tempo con le sue biciclette hanno corso 250 team, oltre 6mila professionisti che hanno totalizzato 7mila vittorie tra cui 61 titoli mondiali, 11 ori olimpici, 18 Coppe del mondo, 22 grandi classiche a tappe tra cui Giri d’Italia, Tour de France, Vueltas e due record dell’ora. È lui l’inventore dei freni a disco, delle bici super leggere in carbonio e della forcella dritta che cambia la struttura del telaio. Tanti i riconoscimenti importanti ricevuti. Tra gli ultimi quello delle Nazioni Unite che nel 2021 l’hanno premiato come “ambasciatore dei valori della bicicletta” in occasione del World bicycle day.
Il museo nella storica ciclofficina di Cambiago
Lo spazio espositivo sorge là dove era situata la storica officina di via Cavour a Cambiago. In questi mille metri troviamo i capolavori che hanno vinto tutto e scritto le pagine più emozionanti del ciclismo sportivo.
La Collezione è stata fortemente voluta dal nipote Alessandro Brambilla Colnago che ha affidato il progetto allo studio Antonio Lanzillo & partners (vincitore del Compasso d’oro 2020). L’estetica delle sale è luminosa, moderna, essenziale. Alcune bici iconiche vengono incorniciate da strutture metalliche, proprio come opere d’arte.
Non mancano foto, cimeli storici e decine di maglie di gara originali. Il museo è immaginato come uno spazio culturale ed è aperto gratuitamente al pubblico. Trovate tutte le informazioni sul sito dedicato.
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