Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
La felicità dei bimbi afgani senza nulla
Muhammed Muheisen è un famoso fotografo dell’Associated Press, tra i più apprezzati della nuova generazione. Ha ricevuto diversi riconoscimenti come il Best wire photographer 2013, ovvero il premio annuale della rivista Time come miglior fotografo delle agenzie di stampa. Muheisen è nato a Gerusalemme nel 1981 e ha già realizzato decine di reportage in
Muhammed Muheisen è un famoso fotografo dell’Associated Press, tra i più apprezzati della nuova generazione. Ha ricevuto diversi riconoscimenti come il Best wire photographer 2013, ovvero il premio annuale della rivista Time come miglior fotografo delle agenzie di stampa.
Muheisen è nato a Gerusalemme nel 1981 e ha già realizzato decine di reportage in luoghi dove sono in corso conflitti, dall’Iraq alla Siria, passando per l’eterno scontro tra Israele e Palestina.
Gli ultimi tre anni li ha trascorsi in un enorme campo profughi in Pakistan dove vivono migliaia di afgani in fuga dal loro paese a causa della guerra che ormai, lì, è diventata una costante.
I suoi scatti si sono concentrati sui volti dei bambini. Bellissimi ma sporchi. Con occhi attenti, spalancati e pronti a distrarsi per cogliere ogni attimo di vita. Decisi ad imparare anche se molti non vanno a scuola. Allegri nonostante l’assenza di comodità. Sempre in grado di adattarsi. Muheisen ha voluto così mostrare gli effetti della guerra sulla popolazione attraverso il suo anello più debole e cercare di far ricordare a tutti noi questi bimbi per i loro nomi e cognomi, e non come semplici rifugiati afgani.
“Tutti i bambini che ho incluso in questo reportage hanno un posto speciale nel mio cuore perché grazie a loro ho imparato ad apprezzare ciò che ho – ha scritto Muheisen in una mail al sito di news australiano Business Insider. “Vedere come si adattano con il minimo indispensabile, ti fa sentire fortunato”.
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