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La Giornata mondiale della natura 2020 celebra l’inestimabile valore della biodiversità
La Giornata della natura del 3 marzo è dedicata alla tutela di tutte le specie animali e vegetali selvatiche, componenti chiave della biodiversità mondiale.
Osservare un animale selvatico nel suo ambiente è sempre un’esperienza emozionante, in quel frangente le sovrastrutture scompaiono, il tempo sembra fermarsi, anzi, addirittura tornare indietro ad un’epoca primordiale nella quale il mondo era coperto da foreste e l’uomo non aveva ancora assoggettato la natura al suo volere. Il 3 marzo potrebbe essere un buon momento per guardarsi intorno e ammirare le altre forme di vita, in questa data si celebra infatti la Giornata mondiale della natura.
La sesta estinzione
I nostri figli e nipoti non potranno però ammirare numerose specie, anche per colpa nostra. Leoni, balene, rane, elefanti, rinoceronti, tonni, l’elenco delle specie animali a rischio estinzione è vastissimo. Secondo uno studio pubblicato su Science Advances, l’attuale tasso di estinzione è di circa cento volte più elevato del normale e sostiene che almeno i tre quarti delle specie animali potrebbero essere estinti nel giro di poche generazioni umane. Siamo infatti nel mezzo di un evento epocale: la sesta estinzione di massa delle storia del pianeta.
La Giornata della natura
Per contribuire a contrastare questa estinzione di massa e a celebrare la straordinaria biodiversità del nostro pianeta le Nazioni Unite nel 2013 hanno istituito la Giornata mondiale della natura. La data scelta coincide con l’adozione della Convenzione sul commercio internazionale delle specie in via d’estinzione appartenenti alla fauna e alla flora selvatica (Cites), siglata a Washington il 3 marzo 1973. L’obiettivo è quello porre l’accento sui reati contro fauna e flora, come il bracconaggio e il commercio illegale di animali e piante, e di intensificare gli sforzi per debellarli, oltre ad aumentare la consapevolezza delle persone della moltitudine di benefici che la conservazione della natura offre alla nostra specie.
Tomorrow is #WorldWildlifeDay!
Over the last 40 years, global populations of birds, fish, mammals, amphibians & reptiles have declined by nearly 60%. #Biodiversity loss is a planetary crisis that must be addressed https://t.co/BFv2J6P2GW#WWD2020 #SustainingAllLife #Wildlife pic.twitter.com/LexnnRMbFI
— CITES (@CITES) March 2, 2020
Dalla parte della vita selvatica
Quest’anno la giornata è dedicata alla tutela della vita selvatica, sia animale che vegetale, in tutte le sue forme. La biodiversità è ritenuta indispensabile dal punto di vista ecologico, sociale, economico, scientifico, educativo, culturale, ricreativo ed estetico per il benessere umano e lo sviluppo sostenibile. Lo slogan scelto per la giornata è “Sostenere tutta la vita sulla Terra“, in linea con gli obiettivi 1, 12, 14 e 15 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e l’impegno di alleviare la povertà, garantire un uso sostenibile delle risorse e arrestare la perdita di biodiversità sia in terra che in acqua.
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“Sfruttando eccessivamente la fauna selvatica, gli habitat e gli ecosistemi, l’umanità sta mettendo in pericolo sia sé stessa che la sopravvivenza di innumerevoli specie di piante e animali selvatici – ha dichiarato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres -. Oggi, quasi un quarto di tutte le specie del pianeta rischia di estinguersi nei prossimi decenni. In questa Giornata mondiale della natura ricordiamo a noi stessi il nostro dovere di preservare e utilizzare in modo sostenibile la grande varietà di vita sul pianeta. Promuoviamo un rapporto più attento, premuroso e sostenibile con la natura”.
L’edizione del 2019
Nel 2019 la Giornata della natura era dedicata alla biodiversità acquatica, con lo slogan “La vita sott’acqua: per le persone e il pianeta“, per rimarcare l’importanza di mari e oceani e delle creature che li abitano. Non a caso uno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu si propone di “Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”. Negli oceani vivono quasi 200mila specie identificate, ma la nostra conoscenza di questi ecosistemi, così distanti da noi e quasi alieni, è ancora molto frammentaria, tanto che, secondo gli scienziati, le specie marine potrebbero essere milioni.
Si pesca troppo
Oltre tre miliardi di persone dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento. La fauna acquatica ha sostenuto lo sviluppo delle civiltà umane per millenni, oggi però gli oceani e i loro abitanti sono gravemente minacciati, proprio dall’uomo che ne è dipendente. Il pericolo più grande e imminente è lo scriteriato sfruttamento della fauna ittica. Se un tempo mari e oceani brulicavano di vita ed erano popolati da un sorprendente numero di animali che raggiungevano dimensioni oggi inimmaginabili, negli ultimi quarantacinque anni, secondo uno studio del Wwf, la quantità di pesce nei nostri oceani si è dimezzata. Secondo il rapporto Stato della pesca e dell’acquacoltura mondiale (Sofia), pubblicato nel 2018 dalla Fao, circa il 33 per cento degli stock ittici globali è in stato di sovrasfruttamento e circa il 60 per cento viene pescato al massimo della propria capacità.
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Oceani di plastica
La pesca non è l’unico pericolo per la sopravvivenza degli animali marini, le altre grandi minacce sono i cambiamenti climatici che, ad esempio, stanno incrementando l’acidità degli oceani, causando lo sbiancamento e la morte dei coralli, e l’inquinamento, in particolare quello causato dalla plastica. L’impatto della plastica sulla fauna e sugli ecosistemi marini è infatti enorme e minaccia la sopravvivenza di oltre 800 specie animali.
L’edizione del 2018
La Giornata della natura 2018 era dedicata alla tutela dei grandi felini, lo slogan recitava “Grandi felini: i predatori minacciati”. Questi carismatici felini, senza dubbio tra gli animali più amati, devono far fronte a numerose minacce, perlopiù causate da attività umane, e il loro numero è in calo allarmante. I grandi felini, come tutti i grandi predatori, sono specie chiave all’interno dei rispettivi ecosistemi. La loro presenza influenza quella di predatori medi, erbivori, piante, mangiatori di carogne e detritivori, attraverso un meccanismo definito cascata trofica. Il termine indica quel processo che si verifica quando gli animali al vertice della catena alimentare, alterano non solo il numero delle loro prede, ma anche delle specie con cui non hanno un collegamento diretto. La scomparsa dei grandi predatori comporta dunque una serie di reazioni a catena che danneggiano sensibilmente le delicate relazioni all’interno di un ecosistema.
L’edizione del 2017
Lo slogan dell’edizione del 2017 recitava “Ascoltate le giovani voci” e aveva l’obiettivo di coinvolgere e responsabilizzare i giovani, incentivandoli ad affrontare i problemi legati alla conservazione della biodiversità. Le Nazioni Unite ricordano infatti che quasi un quarto della popolazione mondiale ha tra 10 e 24 anni e il destino della fauna e della flora del pianeta è nelle mani dei giovani.
Gli animali ci fanno sentire vivi
Al di là dell’aspetto utilitaristico, con cui troppo spesso siamo abituati a guardare animali e piante, la diversità biologica, arricchisce la nostra vita. Pensate, come scrive George Monbiot nel libro Selvaggi, “all’emozione che deriva dal vagare in un paesaggio senza sapere cosa potreste vedere dopo, quel che potrebbe profilarsi dal bosco o dall’acqua, ciò che potrebbe osservarvi a vostra insaputa”.
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