Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.
App, smartphone e banda larga aiutano l’ambiente. Ecco come e perché
Nell’era degli smartphone il traffico, l’attesa dei mezzi per spostarsi e persino la ricerca del parcheggio non sono più uno stress per noi e per l’ambiente. Il mondo non riesce a fare a meno delle app, lo afferma il report Emerging App Culture realizzato dal Consumer Lab di Ericsson. Gli app store rappresentano un
Nell’era degli smartphone il traffico, l’attesa dei mezzi per spostarsi e persino la ricerca del parcheggio non sono più uno stress per noi e per l’ambiente.
Il mondo non riesce a fare a meno delle app, lo afferma il report Emerging App Culture realizzato dal Consumer Lab di Ericsson. Gli app store rappresentano un elemento indispensabile nei paesi dove il settore della telefonia mobile è cresciuto rapidamente come l’India, la Russia e il Brasile. La connettività ha un peso sociale ed economico enorme, e la società di consulenza A.T. Kearney stima pari al 28 per cento la popolazione mondiale che usa smartphone e tablet per l’intera durata del giorno. Il tempo trascorso connessi a internet, in nuove forme di comunicazione e informazione, è sempre più lungo e indispensabile, per l’efficienza dei servizi offerti attraverso le applicazioni. Dalle informazioni sul traffico alla ricerca dell’area di sosta per la condivisione dei veicoli, le funzioni delle applicazioni sono quasi infinite. Molte di queste sono incentrate sul rapporto tra il tempo e l’ambiente. La velocità di condivisione di una mole sempre maggiore di informazioni contribuisce davvero a ridurre l’inquinamento?
Il futuro sostenibile è dentro uno smartphone. Quando il tempo si traduce in tutela ambientale le app sono al primo posto nella classifica degli strumenti più utili. L’application economy gestisce lo sviluppo sostenibile delle città stimolando la ricerca in questo ambito e sviluppando software dedicati a risolvere le criticità urbane come il traffico, l’inquinamento e il parcheggio. Scegliere di usare in modo responsabile mentre si guida un’app come Waze ha un risvolto tutt’altro che banale per le sorti del pianeta. Con questa applicazione, gli automobilisti possono condividere in tempo reale le informazioni sul traffico e calcolare il percorso più rapido e meno congestionato. Un risparmio di tempo, sì, ma anche di emissioni di gas inquinanti per l’ambiente. Con le applicazioni possiamo educarci alla responsabilità ambientale e prendere anche parte ai monitoraggi grazie a servizi di geolocalizzazione in chiave social. Un esempio è il progetto Everyware, finanziato dall’Unione europea, dal quale sono nate due app anti inquinamento, AirProbe e Widenoise. Entrambe le applicazioni localizzano attraverso mappe interattive le aree atmosfericamente più inquinate, nel primo caso, e più rumorose, nel secondo, che grazie all’impegno dei cittadini che raccolgono via bluetooth i dati ambientali dai sensori e li condividono attraverso le applicazioni. Il conoscere istantaneamente la qualità dell’aria e dell’ambiente può senz’altro contribuire ad aumentare la consapevolezza delle persone e quindi a smuovere i processi che favoriscono l’adozione di misure a tutela dell’ambiente.
Il mondo delle app dedicate all’ambiente dà oggi il suo meglio sui trasporti, ottimizzando la ricerca del parcheggio e l’attesa degli autobus, localizzano le stazioni di sosta del bike, car e persino del food sharing, come nel caso di Bring the food, l’app pensata dal Banco Alimentare per donare il cibo senza sprechi. In alcune città del mondo sono attivi Parkmobile e Parker che permettono di trovare parcheggi disponibili e pagare la tariffa oraria direttamente dal tuo smartphone senza sprecare tempo e carburante nella ricerca. E ancora, per iPhone e Android esistono applicazioni che permettono di monitorare le corse e i tempi di attesa dei mezzi pubblici, per esempio Atm Milano e Pronto Treno. E quando non si può fare a meno della macchina le aziende che gestiscono i car sharing offrono i loro sistemi di localizzazione dei veicoli disponibili. L’esperimento di Grenoble, che mira a diversificare i metodi di mobilità, non potrebbe essere attuato senza le app: un servizio di navigazione multimodale Station Mobile, che fornisce gli itinerari ideali attraverso la giusta combinazione di auto, trasporto pubblico e last-mile mobility, e l’app Cité lib by Ha:mo che offre un range di scelta di ultra-compatti EV (i-ROAD e COMS) per la mobilità verso la destinazione finale, consentendo con lo smartphone di confermare la disponibilità, il livello di carica e la prenotazione dei veicoli elettrici.
In ambito accademico sono ancora pochi gli studi pubblicati che riconoscono e quantificano l’efficienza delle app per la gestione delle città. Queste però continuano a vincere numerosi e prestigiosi premi, banditi dalle più importanti università e dalle aziende che per prime si occupano di sviluppare e gestire i servizi pubblici attraverso la connettività della rete. L’Ericsson Application Awards è uno di questi. La diffusione dell’utilizzo locale di sistemi di condivisione dei dati costituisce una nuova frontiera tutta da sperimentare, ovvero quella della distribuzione su scala globale. Senza toccare ambiti in cui la ricerca sta ancora lavorando, gli effetti della connettività in termini di diffusione di informazioni può restituirci già un esempio concreto di avanzamento tecnologico in funzione del benessere e della tutela ambientale.
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