L’organizzazione palestinese Hamas ha modificato per la prima volta in 30 anni il proprio programma politico. Gelo da Israele.
La Palestina verso un governo unico
Fatah e Hamas, le due organizzazioni politiche che controllano la Palestina, hanno raggiunto un accordo storico per formare un governo unico in grado di amministrare tutte le regioni, dalla Cisgiordania alla Striscia di Gaza, e più di 4 milioni di persone, con capitale Gerusalemme. Elezioni entro sei mesi L’accordo è stato raggiunto mercoledì 23
Fatah e Hamas, le due organizzazioni politiche che controllano la Palestina, hanno raggiunto un accordo storico per formare un governo unico in grado di amministrare tutte le regioni, dalla Cisgiordania alla Striscia di Gaza, e più di 4 milioni di persone, con capitale Gerusalemme.
Elezioni entro sei mesi
L’accordo è stato raggiunto mercoledì 23 aprile dopo due giorni di negoziati e annunciato a Gaza da Mahmoud Abbas (Fatah) e da Ismail Haniyeh (Hamas). L’obiettivo principale è formare un governo di unità nazionale in cinque settimane sotto il cappello dell’Organizzazione per la libertà della Palestina (Olp) – di cui Abbas è anche presidente dopo la morte di Yasser Arafat nel 2004 – per poi indire elezioni generali entro i prossimi sei mesi.
Attualmente Hamas governa i 40 chilometri di Striscia di Gaza dove vivono due milioni di palestinesi mentre Fatah è al governo nella Cisgiordania dove vivono più di due milioni di palestinesi.
Un accordo fragile
Al Jazeera ha definito il patto come “una riconciliazione fondamentale” perché pone fine a una divisione interna cominciata nel 2007 e che in alcuni momenti si è trasformata anche in guerra aperta. In passato le due parti avevano firmato accordi (nel 2011 al Cairo, in Egitto, e nel 2012 a Doha, in Qatar) che però non avevano portato ai risultati sperati.
Una delle questioni più complicate che potrebbe creare problemi è la questione dello smantellamento delle forze di sicurezza di Hamas che ora potrebbero passare sotto la supervisione dell’Olp. Ecco perché anche molti palestinesi si sono detti scettici, secondo quanto riportato da Al Jazeera.
Lo scetticismo della comunità internazionale
Molto più netta la posizione di Israele e degli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Liberman ha definito l’accordo come “una firma sulla fine dei negoziati tra Israele e l’Autorità nazionale palestinese”, l’organismo politico dell’Olp. La portavoce del dipartimento di Stato americano Jennifer Psaki ha invece detto che ora “può complicarsi il processo di pace”.
Il motivo principale per cui la comunità internazionale si trova in difficoltà è che Hamas è definita da molti stati un’organizzazione terrorista, oltre che politica. Anche l’Unione europea ha inserito Hamas nella sua lista nel 2001.
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