Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
La Papua Nuova Guinea è in ginocchio a causa della siccità
Il fenomeno El Niño, eccezionalmente intenso, ha provocato gravi danni alle colture. I contadini sono arrivati a mangiare argilla e funghi tossici pur di nutrirsi.
Dal cielo non cade acqua e la terra diventa giorno dopo giorno più arida. Da quasi quattro mesi la siccità affligge la Papua Nuova Guinea, in questo lasso di tempo sarebbero morte già 24 persone a causa della malnutrizione e delle acque contaminate.
La siccità che ha colpito il Paese è una conseguenza del fenomeno climatico El Niño che periodicamente scalda le acque dell’Oceano Pacifico. Quello di quest’anno, secondo i metereologi, sarebbe il ciclo peggiore degli ultimi 65 anni, peggiore perfino di quello che, tra 1997 e il 1998, provocò la morte di 23mila persone.
Gli abitanti dei villaggi più isolati della Papua Nuova Guinea, ormai allo stremo, stanno mangiando funghi tossici e argilla per contrastare i morsi della fame. Le colture sono state distrutte, le fonti d’acqua contaminate e le forniture mediche e di carburante sono esaurite.
Operatori medici internazionali che lavorano nella zona hanno segnalato la presenza di forme di lebbra e casi sospetti di colera e tifo. “Gli animali stanno iniziando a morire e quando prendiamo un po’ di carne proviamo forti dolori allo stomaco, soffriamo di diarrea e ci sentiamo deboli – ha affermato un medico locale, Jimmy Nebni. – Preghiamo Dio perché ci aiuti in questa situazione”.
Un’indagine condotta dall’associazione umanitaria Uniting Church sugli effetti della siccità, che ha esaminato trenta villaggi disseminati negli altopiani, ha rilevato che le coltivazioni di patate dolci sono state decimate a causa degli effetti combinati di siccità e gelo provocati da El Niño che ha avuto inizio nel mese di aprile.
Sally Lloyd, australiana nata in Papua Nuova Guinea da genitori missionari, e membro della comunità ecclesiastica, denuncia da tempo la grave crisi del Paese. “Ho visto gente mangiare argilla – ha raccontato – gli uccelli e altri animali se ne nutrono quando non c’è cibo. La gente la spezzetta e la mastica, allevia la fame e i sintomi di alcune malattie”.
La carenza di cibo ha anche spinto molte persone mangiare funghi tossici, sono stati registrati nei centri medici numerosi casi di persone in stato comatoso o in trattamento per diarrea e vomito.
Nonostante le recenti piogge abbiano portato sollievo in alcune zone, le previsioni a lungo termine non sono rassicuranti e l’allerta e l’insicurezza alimentare si protrarranno ancora per mesi.
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