Dal mischiglio della Basilicata alla zucca malon del Friuli al cappero di Selargius, in Sardegna: i presìdi Slow Food che valorizzano prodotti dimenticati, ma di fondamentale valore per la biodiversità, il territorio e le comunità.
La piramide alimentare della Barilla
In occasione della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo, il Barilla Center for Food & Nutrition annuncia che la doppia piramide alimentare e ambientale e la piramide alimentare e idrica, elaborate dallo stesso Barilla Center, sono state selezionate ed esposte dal Comitato del World Water Forum (Marsiglia, 12-17 marzo 2012) “tra i migliori modelli alimentari
In occasione della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo, il
Barilla Center for Food &
Nutrition annuncia che la doppia piramide alimentare e
ambientale e la piramide alimentare e idrica, elaborate dallo
stesso Barilla Center, sono state selezionate ed esposte dal
Comitato del World Water Forum (Marsiglia, 12-17 marzo 2012) “tra i
migliori modelli alimentari per la salvaguardia dell’ambiente e
delle risorse idriche”.
Arriva a quota un miliardo, precisa Bcfn, il numero
di persone che non ha accesso a risorse idriche sufficienti. Per
misurare il reale impatto dei singoli alimenti, il Barilla Center
for Food & Nutrition ha ideato il modello della doppia piramide
alimentare e idrica, che mette in relazione la tradizionale
piramide alimentare con il relativo impatto dei suoi componenti:
questa comparazione mostra come gli alimenti della dieta
mediterranea, per i quali si consiglia un consumo alto e regolare,
abbiano il minore impatto in termini di consumo di risorse
idriche.
Per misurare l’impatto di ciascun prodotto (commodity, bene o
servizio) sulle risorse idriche del pianeta è stato realizzato
un indicatore complessivo e multidimensionale chiamato water
footprint (impronta idrica), che prende in considerazione il
contenuto d’acqua virtuale di un prodotto, costituito dal volume
d’acqua dolce consumata direttamente o indirettamente per
realizzarlo, e calcolato sommando tutte le fasi della catena di
produzione.
Ad esempio, produrre un pomodoro richiede 13 litri di acqua, una
fetta di pane 40 litri, 100 grammi di formaggio 500 litri, un
hamburger 2400 litri d’acqua, una T-shirt 2000 litri d’acqua, un
paio di scarpe di cuoio 8000 litri. Più in generale, il
consumo d’acqua virtuale giornaliero per alimentarsi varia da circa
1500-2600 litri nel caso di una dieta vegetariana a circa 4000-5400
litri per una ricca di carne.
In entrambi gli schemi, alimenti e bevande preferibili sono
posizionati in basso, in quanto necessitano di meno acqua per
essere prodotti, mentre quelli più dispendiosi sono collocati
in alto.
Questa è la schematizzazione
dell’impronta idrica degli alimenti:
Questa è la schematizzazione dell’impronta idrica delle
bevande:
Ponendo a confronto la piramide alimentare con la piramide idrica,
emerge un’interessante coincidenza tra i cibi nutrizionalmente meno
necessari e più grassi con quelli che consumano più
acqua:
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