Expo 2015

La pizza fatta a regola d’arte deve diventare un patrimonio Unesco dell’umanità

Da anni sono impegnato perché sia riconosciuta in Europa e nel Mondo l’arte napoletana della pizza, un patrimonio italiano e mondiale.   Nel 2000 avviai la procedura per il marchio STG (specialità tradizionale garantita, il marchio europeo per le ricette) e dopo anni la pizza napoletana e la pizza margherita sono tra i pochissimi piatti

Da anni sono impegnato perché sia riconosciuta in Europa e nel Mondo l’arte napoletana della pizza, un patrimonio italiano e mondiale.

 

Nel 2000 avviai la procedura per il marchio STG (specialità tradizionale garantita, il marchio europeo per le ricette) e dopo anni la pizza napoletana e la pizza margherita sono tra i pochissimi piatti europei ad aver ricevuto questo attestato dalla UE. Occorre però che sia attivato un efficace  consorzio che controlli e valorizzi i “pizzaiuoli” che rispettano i disciplinari.

 

La pizza è la pietanza più conosciuta e consumata  al mondo e sarà  sempre più utile poter formare dei pizzaiuoli che sappiano realizzarla a regola d’arte.

 

Vanno seguite le procedure corrette, rispettate naturalmente le norme igienico sanitarie, utilizzati i migliori ingredienti e quelli giusti a partire dalle giuste farine e dall’olio extravergine di oliva. Vanno puliti i forni come ogni operatore corretto sa bene e vanno usate le pale forate per infornare come ha ben spiegato uno dei pizzaioli più conosciuti e stimati, Gino Sorbillo, in un video molto visto in rete .

 

La petizione chiede alla commissione italiana per l’Unesco di sostenere, nella sua riunione annuale del prossimo marzo, la candidatura dell’Arte della Pizza per l’iscrizione tra i beni immateriali patrimonio dell’Umanità, domanda già presentata dal ministero delle Politiche Agricole presso la sede mondiale Unesco di Parigi fin dal 2011. Potremmo anche utilizzare i sei mesi della prossima Expo 2015, dedicata all’agricoltura, per raccogliere il consenso degli altri Paesi.

 

Ottenere questo importante riconoscimento rafforzerà  la grande campagna per la tutela del made in Italy (l’agroalimentare più falsificato al mondo) e contribuirà a responsabilizzare tutti gli operatori per realizzare  prodotti di qualità e a regola d’arte.

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