La protezione dell’allocco maculato finisce in tribunale in Canada

Un gruppo ambientalista ha citato in tribunale il ministero dell’Ambiente canadese a seguito dei ritardi nella protezione dell’allocco maculato.

  • In Columbia britannica, in Canada, si cerca di proteggere l’ultimo allocco maculato rimasto in natura
  • Un gruppo ambientalista ha citato in tribunale il ministero dell’ambiente per i ritardi nella protezione
  • Il disboscamento è la causa principale della scomparsa di questo rapace notturno

In Canada, il governo federale è stato portato davanti al tribunale di giustizia da un gruppo ambientalista, reo di non aver protetto e salvaguardato dal disboscamento l’habitat dell’ultimo allocco maculato settentrionale (Strix occidentalis caurina) che vive ancora allo stato selvatico.

Il blocco al disboscamento tarda ad arrivare

A febbraio Steven Guilbeault, ministro dell’Ambiente canadese, aveva dichiarato di emettere un’ordinanza d’emergenza per far fronte alla situazione critica che stava affrontando l’ultimo allocco maculato, minacciato dal disboscamento e dalla perdita dell’habitat. Annunciando che avrebbe bloccato qualsiasi azione di disboscamento nell’areale dell’allocco in Columbia britannica, aveva rasserenato i gruppi ambientalisti come Ecojustice e Wilderness Committee preoccupati per il rapace notturno. Questi ordini d’emergenza straordinari sono uno strumento legislativo molto importante, permettono infatti al governo federale la giurisdizione sulle decisioni che di solito sono riservate alle province, inclusa la possibilità di stabilire in quali foreste vietare il disboscamento. Tuttavia, ad oggi non è stato emesso nessun blocco al disboscamento, principalmente con la motivazione di ledere il rapporto di collaborazione tra il governo federale e la provincia.

Proteggere l’allocco non è semplice

Nei primi anni Novanta, nel sud ovest della Columbia britannica, erano presenti circa quaranta coppie riproduttive di allocco, oggi dopo decenni di disboscamento industriale si conta una sola femmina in natura. Nel 2006 sono state annunciate le prime strategie per il recupero e la salvaguardia dell’allocco, ma il disboscamento è continuato senza sosta e i risultati sperati non sono mai stati raggiunti. Inoltre, a inizio anno sono stati reintrodotti in natura due allocchi, facenti parte del programma di allevamento ex situ. Purtroppo però sono stati ritrovati morti il mese scorso, sottolineando ancora una volta le difficoltà nel recupero della specie.

allocco canada
In Columbia britannica è rimasta solamente una femmina di allocco maculato ©Frank D. Lospalluto/Flickr

La foresta è compromessa

Verso fine maggio, alcuni membri della Wilderness committee sono andati a osservare la situazione delle aree boschive della Columbia britannica che il governo aveva dichiarato critiche e sulle quali avrebbe imposto il blocco del taglio. Quello che hanno scoperto li ha lasciati senza parole: le aziende forestali avevano fatto una corsa contro il tempo per tagliare più legna possibile anticipando il possibile blocco. “Abbiamo visto aree indicate come critiche, già disboscate” sono le parole di Joe Foy un portavoce del gruppo ambientalista, “la situazione è disastrosa, la foresta è distrutta. Se anche le altre foreste verranno disboscate, il recupero degli allocchi sarà molto improbabile”.

Non è la prima volta per il ministero

Essere denunciati non è una novità per i ministri dell’Ambiente canadesi. Anche nel 2006 l’allora ministra Rona Ambrose fu denunciata dagli ambientalisti per non aver applicato la legge sulle specie a rischio “the species at risk act (Sara)” nei confronti dell’allocco. Questa legge quando viene applicata prevede la protezione legale delle specie a rischio per impedirne l’estinzione e garantire le azioni necessarie alla sua sopravvivenza e recupero. Ambrose dichiarò che l’allocco non si trovava in una situazione di pericolo imminente, anche se al tempo se ne contavano solamente 17. Nulla è stato fatto con il risultato che ora ne è rimasto uno.

L’ultima speranza di salvare l’allocco maculato

L’azione giudiziaria portata avanti da Wilderness Committee punta a chiedere al giudice di dichiarare questo ritardo nel blocco al disboscamento illegale e di costringere il ministro a seguire i suoi obblighi, ai sensi del già citato species at risk act, entro 15 giorni dalla sentenza del tribunale.

La sopravvivenza dell’allocco dipende esclusivamente dalla protezione della foresta. Facendo causa al ministero anche i cittadini si sono schierati in difesa del rapace con l’ultima arma in loro possesso. Ora si spera nella celere messa in pratica dei blocchi.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati