È tutta dedicata ai bambini e al design ispirato al loro modo di guardare e vivere il mondo la mostra Giro Giro Tondo – Design for Children, inaugurata alla Triennale di Milano e aperta fino a febbraio 2018
La Statale di Milano diventa fucina di arte contemporanea
In un’epoca non poi così lontana avanguardie e fermenti innovativi o rivoluzionari di qualunque genere trovavano proprio nelle università il loro naturale centro di incubazione ed irradiazione. Oggi che in molti atenei italiani rischia di prevalere il torpore un po’ polveroso dell’esamificio, un’iniziativa come quella intrapresa dall’Università Statale di Milano sopraggiunge a ravvivare almeno in
In un’epoca non poi così lontana avanguardie e fermenti innovativi o rivoluzionari di qualunque genere trovavano proprio nelle università il loro naturale centro di incubazione ed irradiazione. Oggi che in molti atenei italiani rischia di prevalere il torpore un po’ polveroso dell’esamificio, un’iniziativa come quella intrapresa dall’Università Statale di Milano sopraggiunge a ravvivare almeno in parte il panorama dei rapporti tra mondo accademico e attualità culturale e sociale del capoluogo lombardo, avvalendosi di uno degli strumenti più “sovversivi” e spiazzanti per antonomasia, ovvero dell’arte contemporanea. La Statale Arte è infatti un progetto triennale che prevede il susseguirsi di una serie di mostre personali di artisti italiani e stranieri viventi, ciascuno dei quali si impegna, al termine della rispettiva esposizione, a donare all’università una propria opera, al fine di costituire nel tempo un museo o parco di sculture ospitato nella Ca’ Granda.
Ad evidenziare plasticamente il dialogo fra tradizione e innovazione, tra storia e contemporaneità, è il contesto d’eccezione in cui le opere vengono collocate, ovvero l’ampio cortile centrale al quale si accede dall’ingresso principale, edificato in stile barocco dall’architetto Francesco Maria Richini, che, optando per una pianta quadrata di dimensioni quasi doppie rispetto a quelle inizialmente previste, derogò all’originario progetto rettangolare dell’architetto toscano Filarete, artefice dell’impianto rinascimentale dell’allora Ospedale Maggiore, commissionatogli quasi due secoli prima (nel 1456) dal duca di Milano Francesco Sforza.
Proprio per dialogare con tale suggestiva ambientazione, molti dei lavori esposti nell’ambito del ciclo di Statale Arte, curato da Donatella Volonté, saranno “site-specific” cioè espressamente concepiti in funzione del luogo che li accoglie. La prima mostra della rassegna –visitabile fino al 19 marzo con la possibilità di avvalersi il venerdì o il sabato di visite condotte da studenti universitari– è stata affidata all’artista armeno Mikayel Ohanjanyan, già protagonista del padiglione nazionale insignito del Leone d’Oro durante la scorsa Biennale veneziana.
Le sue due installazioni appaiono in connessione tematica tra loro: quella situata sul prato del cortile consta di un insieme di 13 sculture (in basalto, acciaio corten e cavi d’acciaio) dal titolo “Tasnerku + 1” (Dodici + 1), riferimento al sito archeologico armeno delle cosiddette “pietre parlanti” ma soprattutto allegoria di una partitura musicale e dunque omaggio alla numerologia e alla tradizione medievale che identificava nella musica, in quanto sintesi di matematica, filosofia e mistica, la più nobile delle discipline universitarie; l’opera collocata nel loggiato superiore (denominata “Dur”) è costituita invece da un doppio blocco cubico tenuto in equilibrio da un meccanismo di trazione tra forze contrapposte. E non è un caso che entrambi i lavori appartengano ad un unico evento espositivo che reca l’eloquente titolo di “Durk”, cioè “porte”, a voler sottolineare la vocazione precipua dell’università come luogo di accesso alla conoscenza e al sapere.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La scelta del luogo destinato ad accogliere il racconto fotografico di Ferdinando Scianna appare tutt’altro che accidentale, poiché la magnifica Casa dei Tre Oci, gioiello architettonico di inizio Novecento, si trova sull’isola veneziana della Giudecca che, secondo una delle numerose etimologie accreditate, traeva la sua denominazione dall’aver accolto il primo quartiere giudaico della città.
A Loreto Aprutino (Pescara) l’installazione No man’s land di Yona Friedman si estende per più di due ettari nella campagna abruzzese per tracciare un prezioso messaggio.
Informazioni utili, spunti e itinerari per conoscere Ferrara e i suoi dintorni in bicicletta: dal tour lungo le mura in centro città alla ciclovia sul Po. Tante idee per una pedalata invernale.
Domenica 1° dicembre alle ore 11 sarà inaugurato il Tunnel Boulevard, risultato della riqualifica di quattro vecchi tunnel ferroviari all’insegna dell’arte e dello sport.
Dalle aurore boreali della Lapponia al Dìa de los muertos del Messico. Ecco alcune idee di viaggio 2025 per esserci dove accadono eventi straordinari.
Se mescoliamo fra loro la proverbiale vocazione di Milano capitale mondiale del design e l’eredità multidisciplinare di una delle più blasonate esposizioni internazionali d’Europa quale la Triennale meneghina, aggiungendo alcuni “ingredienti” –architettonici e non– mutuati dall’Expo dello scorso anno, il cocktail che ne ricaveremo si preannuncia tutt’altro che banale. Una simile inedita alchimia sta per
È molto conosciuto ma in pochi l’hanno davvero visitato. La sua fama, in Italia e all’estero, è dovuta quasi più per l’aura di mistero e inaccessibilità, che per la meraviglia della sua architettura: è il castello di Sammezzano e quasi nessuno riesce a entrarci. Castello di Sammezzanno: esempio unico di architettura moresca Il castello di
A Merano Arte fino al 10 aprile è in programma una mostra sul ristrutturare e costruire sostenibile nelle Alpi. L’architettura che può e deve adattarsi all’ambiente.