Mancano 3.700 GW per centrare l’obiettivo di triplicare le rinnovabili, secondo Ember. Ma ora c’è chi teme un rallentamento della crescita solare dopo anni.
La svolta solare della Thailandia
Grazie agli investimenti del governo di Bangkok e di una dozzina di società quotate, la Thailandia punta a diventare una delle nazioni più solari del Sud-est asiatico. Entro il 2021 punta alla produzione di 3 GW di energia fotovoltaica.
Non ci saranno solo gli impianti domestici a fornire energia fotovoltaica. Ma vere e proprie centrali solari in grado di produrre, entro il 2021, 3 GW di energia pulita. L’obiettivo della nazione asiatica è quello di produrre il 25% dell’energia elettrica nazionale da fonti rinnovabili, per raggiungere il traguardo di ben 14 Gigawatt di energia, includendo quella eolica, idroelettrica e proveniente da biomasse.
MERCATI EMERGENTI. Ciò conferma la tendenza degli ultimi anni: l’Asia e il Sud-est asiatico come prossimi mercati di punta per investimenti su fonti rinnovabili. Proprio per questo molte società quotate e specializzate nella produzione di energia stanno investendo anche in Thailandia.
Tanto che, a guardare i guadagni delle società, balzano agli occhi profitti cresciuti del 250% in pochi anni.
CORSA ALLE RINNOVABILI. Prezzi dei combustibili fossili sempre più alti, difficoltà di approvvigionamento e, non ultimo, emissioni di gas serra, hanno convinto il governo ad un’inversione di marcia. Motivo per cui moltissime aziende produttrici di fotovoltaico hanno trovato nuovo terreno fertile.
Si va dalla cinese Suntech, che poco tempo fa ha fornito i pannelli per la costruzione della più grande centrale solare del Paese, Sunny Bangchak. Un polo di ricerca trasformato in attrazione turistica, in grado di produrre 44 MW di energia elettrica rinnovabile. A Kyocera o Trina Solar, che ha appena annunciato la fornitura di moduli per un totale di 25 MW. Ma le buone notizie ci sono anche per le compagnie locali, come la Solatron Pcl, che ha visto triplicare le proprie azioni solo nel 2013.
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