
Lo rivela uno studio che ha analizzato i dati della Corn Belt statunitense, dove si coltiva intensivamente mais ogm: i parassiti hanno sviluppato resistenza alla coltura transgenica.
Durante i mesi invernali, camini e stufe a legna producono grandi quantità di cenere, che possono tornare utilissime per l’orto.
Con la combustione, il legno perde completamente l’acqua e l’azoto dando origine ad una miscela concentrata di sali minerali, soprattutto calcio, potassio e fosforo. La cenere risulta essere particolarmente ricca anche di magnesio, silicio e di una vasta gamma di altri preziosi microelementi, il suo impiego come fertilizzante risulta quindi molto efficace oltre che economico.
Attenzione però: l’elevata concentrazione di minerali rapidamente solubili la rende molto alcalinizzante, quindi deve essere impiegata con moderazione (non più di 1 kg per ogni 100 mq di terreno) soprattutto nei terreni alcalini, quali sono la maggior parte dei terreni italiani. Per sfruttare al meglio le proprietà fertilizzanti della cenere, si può aggiungerla al compost o al sovescio (concime verde) prima dell’interramento, oppure utilizzarla al momento della semina o del trapianti di fiori e ortaggi.
E’ sufficiente distribuirne due cucchiai da tavola precedentemente mescolata con il 50% di terra, nelle buche di trapianto o meglio nei solchi di semina, evitando il contatto diretto con le tenere radichette delle piantine di giovane età o con i semi.
A beneficiare della capacità fertilizzante della cenere sono gran parte degli ortaggi ed in particolare sedano, patate e tutte le radici (carota, ravanello, rapa…). Anche gli alberi da frutto, in particolare le viti, si avvantaggiano di una manciata di cenere sparsa al piede delle piante, mentre tra i fiori, sono le rose le piante più avide di questo fertilizzante a buon mercato.
La cenere può essere utile anche contro alcuni parassiti. Spolverizzata sulle foglie di cavolo e sui ravanelli tiene lontane cavolaie e altiche, mentre distribuita intorno alle giovani piantine ostacola l’attacco delle lumache.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Lo rivela uno studio che ha analizzato i dati della Corn Belt statunitense, dove si coltiva intensivamente mais ogm: i parassiti hanno sviluppato resistenza alla coltura transgenica.
Dalla gestione dell’acqua ai compost biologici innovativi, il Community learning centre di Dimmerpani è diventato un punto di riferimento per l’agricoltura resiliente. Un’esperienza di successo che parte dalle donne.
Diminuire, o escludere, le proteine animali dalla nostra alimentazione non solo fa bene ma è anche semplice.
Uno studio americano ha osservato l’associazione tra il consumo di cibi ultra-processati e il rischio di artrosi al ginocchio dovuto alla presenza di grasso accumulato nei muscoli delle cosce.
Nella Bassa California, la cooperativa Guardianas del Conchalito sta salvando la zona umida costiera di La Paz, dando un contributo alla mitigazione del clima e all’indipendenza delle donne.
Secondo uno studio, le antocianine che donano ai vegetali i colori rosso, viola e blu si distinguono per il loro effetto protettivo contro i danni da microplastiche all’apparato riproduttivo.
La Nascetta è l’unico vitigno bianco autoctono delle Langhe, ma era stato abbandonato nel dopoguerra perché coltivarlo non è facile. Ora c’è chi ci sta riprovando, con successo.
Uno studio ha evidenziato un’associazione tra un maggiore consumo di yogurt e tassi più bassi di cancro al colon prossimale.
L’aderenza alla dieta mediterranea è stata associata dai ricercatori a una salute cerebrale ottimale, con una migliore integrità della sostanza bianca, riduzione dell’infiammazione e dello stress ossidativo.