Un gruppo di studenti universitari ha raggiunto la città di Kaifeng l’8 novembre dopo cinque ore di viaggio in sella a biciclette in sharing
Graham Hill, fondatore di Treehugger: la New York verde
Dalla bella infanzia in montagna alla “grande mela”, Graham Hill, fondatore di Treehugger a New York, in esclusiva per LifeGate.
Graham ci racconti un po’ di te?
Sono cresciuto in una zona vicino a Montreal in un’epoca dove
c’era la tendenza del ritorno alla terra, degli hippy vivevano in
città e hanno deciso di spostarsi nella campagna. Vivevo su
un grande terreno affiancato alla montagna, mio padre ha costruito
uno chalet, andavamo a una scuola gestita dai genitori, mangiavamo
cibo sano, avevamo un grande giardino con polli, cavalli, mucche.
Quindi sì, possiamo dire arrivo da uno stile di vita hippy;
e, sì, ho avuto un’infanzia molto bella
Graham tu parli molto bene degli hippy però
dici che dietro a una bellissima idea loro non hanno saputo come
espandersi, sono rimasti piccoli forse anche perché in fondo
erano anche un po’ pigri.
No no, questo è un po’ un fraintendimento, gli hippy
sono fantastici; quello che voglio dire è che gli hippy sono
una comunità molto piccola, ma sono straordinari. Sono stati
la colonna vertebrale del movimento verde per 30 o 40 anni, ma
erano piccoli, una piccola comunità e la loro filosofia
stessa era di proteggersi e non di espandersi troppo; io in
realtà sono pro hippy. Ma l’ambientalismo deve espandersi al
di là di questo piccolo mercato ed è quello che sto
cercando di fare con Treehugger. Cioè una persona può
essere moderna, normale in apparenza, però nel contempo
molto sensibile all’ambiente, ovvero non devono essere solamente
gli hippy quelli che se ne preoccupano.
Quando si va a New York, anche se è la prima
volta, c’è questa strana sensazione di essere a casa, un po’
come un colpo di fulmine con qualcuno che abbiamo appena
conosciuto, ma con cui c’è questa stranissima impressione di
conoscere da sempre. Forse anche perché ho già
sognato e immaginato il Brooklyn di Paul Marshall, anche lo Harley
di Spikelee e soprattutto Skyland di Manhattan di Woody Allen; oggi
tu Graham anche tu sei diventato una specie di simbolo a New York,
dicono di te che sei il futuro volto verde della città e
anche forse del paese. Hai creato i Treehugger.com che è
diventato il sito più importante del mondo di notizie
ambientali con milioni di utenti ogni giorno. Ti senti di avere una
mission?
Oh si assolutamente è una sfida molto interessante,
è una missione a lungo termine e in un certo senso anche
astratta perché le tue azioni non hanno immediatamente un
risvolto concreto; mi sento come dire un problem solver, uno che
risolve i problemi, sono attratto dalle questioni, dai problemi,
quindi assolutamente questo è il problema del nostro tempo,
del momento. Purtroppo andrà sicuramente peggio prima di
andar meglio, è un problema molto difficile, è il
primo problema globale che ci riguarda tutti. Quindi sì, per
me è una vera missione.
Tu pensi che anche se gente come te e come tanti si
impegnano a fare in modo che il mondo sia più rispettato e
più verde le cose comunque andranno in modo peggiore prima
di diventare migliori?
Sì perché le cose mettono del tempo per avere
degli effetti reali e sai, mentre una parte del mondo sta
diminuendo il suo impatto, altre parti invece stanno aumentando il
loro impatto; la popolazione continua ad aumentare, il bisogno di
petrolio continua ad aumentare, quindi purtroppo sì, in un
certo senso non vorrei che nessuno si trovi in pericolo, ma delle
catastrofi maggiori potrebbero in sostanza essere una cosa, come
dire, “buona” affinché la gente realizzi che “Wow è
una cosa seria” e io credo che vedremmo più catastrofi
faranno prendere coscienza dell’importanza dell’ambiente.
Tutto va super veloce a New York, la gente parla
più veloce, cammina più veloce, è informata
prima degli altri e anche, si stufa prima degli altri; infatti
tutte le ultime cose sono a New York e le ultime tendenze arrivano
da New York. Graham Hill prima mi confessava che non c’è
niente di peggio che essere “so last week” cioè troppo della
settimana scorsa, cioè fuori moda. In questi anni tutto a
New York sta diventando green, ci sono anche tantissimi mercatini
locali che fioriscono a ogni angolo della strada, in ogni
quartiere, e che vendono tutti i prodotti coltivati in
prossimità della città. Chiedo quindi a Graham che
cosa ne pensa di questo trend del verde, il fatto che il verde
diventi così trendy non è un po’ pericoloso,
cioè pericoloso che passi di moda con un altro trend?
Io sono felice di questo. Prendi il caso della gente che negli
anni ’70 prendeva la macchina sull’autostrada; beh allora era come
un gettare oggetti dal finestrino. Questo non si fa più,
perché? Perché prima esce un annuncio pubblico e poi
prendi una multa. Ma la cosa più importante che questo
è diventata una norma culturale, non si fa più, non
è figo; questo ti fa capire il potere della norma sociale.
Abbiamo bisogno di sviluppare delle norme sociali e si stanno
sviluppando. C’è un sito, ad esempio, dove la gente mette
delle sue foto facendo il dito medio agli Hummer e i grossi
fuoristrada; è un po’ estremo e forse un po’ assurdo, ma
questo illustra anche l’inizio di nuove norme sociali. Le cose
gigantesche, mostruosità atroci e enormi, troppo grosse, che
non rendono la gente più felice, sono uno spreco di
materiali e di energia. Ebbene questo nel lungo termine non
sarà più adeguato, quindi sviluppare queste norme
sociali nuove farà una grande differenza, ci aiuterà
molto dal punto di vista di vergognarsi o di essere ammirati; come
dire all’inizio puoi far finta di esser verde, ma dopo un po’ devi
esserlo davvero, perché se no la gente ti scopre e fai una
brutta figura.
Quindi secondo te anche se il verde diventa trendy non
sparirà come un altro trend?
Beh la cosa di questa tendenza, di questa moda è che i
lati negativi non ci sono; il problema dell’ambiente non
andrà via velocemente, dobbiamo cambiare, quindi. Forse
diventerà meno trendy, meno di moda, ma diventerà
sempre più chiaro ai consumatori, alle aziende, ai governi,
dovranno tutti lavorare insieme; sai non è un problema che
sparirà. Beh adesso sì è un po’ un peccato che
questo sia un fenomeno di moda che la gente possa essere poi stanca
del verde perché passerà di moda, non è grave.
Io credo che come società stiamo andando nella direzione
giusta, solo ancora qualche passo, ma realizzeremo che se vogliamo
sopravvivere sul pianeta, dobbiamo imparare a vivere in armonia con
la natura, non ci sono alternative, dobbiamo rispettarla; è
un nuovo passo nella nostra evoluzione, e ce la faremo.
New York è affascinante di giorno certo, ma di
notte ti assorbe; sono a Times Square e i neon mi meravigliano, mi
sento come in un film, mi sento come una bambina; le
pubblicità che lampeggiano enermi i nomi degli alberghi, la
borsa in tempo reale che scorre, gli spettacoli di Brodway sui
cartelli giganteschi, qui è tutto illuminato, il traffico
è intensissimo anche tutta la notte, anche in fondo notte e
questa notte a mezzanotte sarà ancora più incredibile
perché Barack Obama è stato eletto presidente degli
Stati Uniti. Qui è stato un delirio, migliaia di persone
hanno invaso la piazza e urlano, piangono, si abbracciano, sembra
il capodanno. New York è entusiasmante e chiediamo a Graham
un po’ della sua città: secondo te Graham, la tua
città è cambiata in termine di rispetto per
l’ambiente?
Sì assolutamente. Io vivo a New York da 10 anni e puoi
vedere tanti cambiamenti sotto tanti aspetti; se guardi ad esempio
le corsie delle biciclette che si stanno creando nella
città, ma è cambiato anche l’utilizzo delle bici che
è aumentato dell’80% in 10 anni, quindi c’è tanta
gente che utilizza la bicicletta; c’è anche una spinta a
diminuire le emissioni delle macchine e dei taxi. Non so ancora a
che punto siano con questi progetti, ma certamente i trasporti
pubblici sono buoni, ci sono dei ristoranti biologici, più
mercati, più parchi, in quasi tutti gli aspetti stanno
lavorando e spingendo per migliorare le cose. Quello che è
importante da capire è che le città sono lì
dove vivono più del 50% della popolazione e le città
sono più verdi, paradossalmente anche le province. Tanta
gente guarda la casa al di fuori della città come alla cosa
verde da fare, ma in realtà non lo è; le case sono
molto più grandi, poi in quanto case sono dei cubi, in cui
le cinque pareti sono esposte agli elementi naturali, quindi
aumenta il bisogno di energia per il raffreddamento o il
riscaldamento rispetto a un appartamento. Intendo, hanno bisogno di
elettricità, tubi per l’acqua, tubi di scarico, tutte
apparecchiature specifiche per una casa singola; inoltre hanno
bisogno di una macchina per andare ovunque vuoi andare, quindi le
città sono molto più efficienti in termini di
organizzazione, di spesa, quindi in un certo senso molto più
verdi.
Già da qualche anno New York sta diventando un
modello intorno al mondo, malgrado il fatto che sia la città
americana più densa in assoluto, tutti gli sforzi sono fatti
per rendere la città più vivibile. E questa è
stata la mission del sindaco Bloomberg che si impegna a fare
diventare New York la città più verde degli Stati
Uniti; Graham secondo te che cosa vuol dire essere verde nel
21esimo secolo?
Diventare verde vuol dire soprattutto risparmiare soldi,
aiutare la sicurezza nazionale, ti migliora la salute e sempre di
più ha delle conseguenze sulla tua reputazione; io credo che
pian piano la gente intorno a te, i tuoi vicini, ti ammirino se
rispetti il pianeta. Quel che c’è è un problema di
design, non dobbiamo flagellarci su quello che sta succedendo,
è logico essere dove ci troviamo; cento anni fa eravamo un
quarto di quello che siamo ora sulla terra, eravamo meno, con
strumenti meno potenti nell’agricoltura, nelle costruzioni ecc..
L’impatto sul mondo era minore, e quindi sembrava che la natura
potesse andare avanti così per sempre e in pratica era vero
allora. In cent’anni la potenza dei nostri strumenti e il numero di
esseri umani sono aumentati a dismisura, quindi a un certo punto
giri il mondo e ti scontri con gli altri, e ti rendi conto che
“wow”, viviamo su questa sfera concreta con delle risorse che non
sono così infinite, abbiamo davvero un impatto sul pianeta
sul quale viviamo e sulle sue risorse, quindi stiamo cambiando la
nostra prospettiva perché dobbiamo capire che dobbiamo
vivere sulla terra in un modo diverso. E questo può essere
deprimente, ma può essere anche molto eccitante
perché è un problema di design, ma abbiamo tutte le
tecnologie per risolverlo, abbiamo solo bisogno della
volontà dei politici per far si che succeda. Essere verde
nel 21esimo secolo è capire questo, che possiamo vivere con
meno cose in un modo più sano, quindi sono solo cose
positive che ci portano a vivere in un posto migliore.
Ma è facile essere verde nel 21esimo
secolo?
Non credo che sia una cosa facile, certo sta diventando sempre
più semplice negli corso degli anni; esistono tanti aspetti
positivi, vivere con meno cose, meno oggetti, puoi guardarlo come
un aspetto negativo, ma anche come un lato positivo. Non sei tu a
posseder le tue cose, ma sono le tue cose che ti possiedono.
A New York tutto è amplificato, le sirene sono
più forti, gli odori di strada sono più forti, i taxi
sono più numerosi, i negozi sono più grandi,
c’è questo contrasto di ambizioni e di joeux de vivre che ti
spiazza; quando sei a New York hai la sensazione di respirare
più forte, di vivere più intensamente, c’è
un’energia pazzesca che ti carica di adrenalina ed è
contagioso. Ti senti libero, ti sembra anche che tutto è
ancora possibile, e un po’ Graham ci ricorda questo: lui è
nato in Canada ed è riuscito in pochi anni ad imporsi come
il simbolo del verde moderno e a dare anche una svolta nel mondo
del verde perché per lui essere verde deve essere una cosa
simpatica, facile e anche sexi, un po’ come lui; ma dai Graham,
confessati un po’, che cosa fai che non è
verde?
Il mio più grande peccato è viaggiare con
l’aereo; questa per me è una cosa molto difficile a cui
rinunciare, ecco questo è un problema. Poi ecco sono
vegetariano, ma non sono un buon vegetariano; questi sono i due
punti che mi piacerebbe migliorare.
Ma tutti i tuoi amici sono verdi?
No per niente.
E potresti anche essere amico di qualcuno che guida un
Hummer?
Sì, penso che potrei, penso che ci sarebbero poche
chance, comunque sì, la gente è quello che è,
ci sono vari tipi; non giudico, cerco solo di influenzare la
gente.
E potresti stare con una ragazza che non è
verde?
Questo sarebbe un po’ difficile.
Ora Graham, per finire, noi abbiamo già capito
che cosa farai; tu diventerai un politico importante, forse anche
il prossimo Al Gore; allora ti abbiamo fatto le tre ultime domande
se fossi il presedente degli Stati Uniti, dammi una ragione per cui
dovrei votare per te.
Dunque, una buona ragione per votare per me come presidente
verde…beh io cercherei di rendere la nazione più
verde, ma sviluppando il business.
E come convinceresti i tuoi cittadini a cambiare le
loro cattive abitudini?
Sai io credo che, forse esagero un po’ non vogliamo questo,
però stavolta un dittatore benevolo potrebbe essere
incredibilmente utile. Sai se qualcuno ben intenzionato potesse
venire e far cambiare le cose in modo molto veloce, senza aspettare
tutte le approvazioni per farlo, se fossero delle decisioni giuste,
questo sarebbe fantastico.
Bene, quindi sarai un dittatore verde?
No assolutamente no.
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