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Come si fanno le fumigazioni e quali proprietà si possono ottenere?
L’esposizione al fumo prodotto dalla combustione di sostanze aromatiche ha origine in epoche remote, quando la fumigazione era un fondamentale rituale quotidiano.
Per i nostri antenati, presso le civiltà antiche, le fumigazioni venivano praticate a fini sacri, per inviare messaggi al cielo, come vettori delle orazioni rivolte agli dei, e ancora oggi costituiscono un supporto per la preghiera e la meditazione in tutti i maggiori culti religiosi. Nei paesi orientali questo patrimonio di cultura continua a vivere, ma sono rimasti in pochi a possedere una profonda conoscenza riguardo alle fumigazioni, all’esistenza di molteplici essenze aromatiche e ai loro principi attivi. L’esecuzione della fumigazione è un’esperienza diretta ed è alla base della moderna aromaterapia e della profumeria.
Si tratta di un vero e proprio rituale di “apertura” al regno della natura, ai segreti delle piante, ai misteri delle energie vegetali, un’antica saggezza che si fonda sul legame tra uomini e piante. Il primo passo è lasciare ardere lentamente resine e parti di specifiche piante su un carboncino o una candela.
I fumi prodotti dalla combustione attivano i nostri organi di senso in vari modi: con il naso inaliamo e assorbiamo i principi attivi, con gli occhi osserviamo i sottili fili di fumo che formano sagome, percepiamo il calore del fuoco della candela e vediamo il rosso della brace sovrapporsi al nero del carbone, infine anche il tatto viene stimolato toccando la sabbia, il contenitore di terracotta, gli stessi incensi e il mortaio.
Materiali per le fumigazioni
- Incensiere: di solito in terracotta o qualsiasi recipiente in ceramica, porcellana, pietra metallo posto su un piano resistente al calore.
- Carboncino per fumigazione: disponibile in compresse.
- Piuma: necessaria per ventilare i carboncini appena accesi.
- Sabbia: posta nella coppetta dell’incensiere per consentire al carboncino di ardere ancor più uniformemente.
- Pinzette: per tenere il carboncino sopra la fiamma della candela fino a quando non inizia a bruciare e poi porlo nella coppetta.
- Mortaio: per pestare le sostanze aromatiche come resine e pezzettidi legno. Sostanze aromatiche: resine, foglie e cortecce ben
asciutte.
Resine aromatiche delle aghifoglie
Le resine degli alberi hanno proprietà disinfettanti e cicatrizzanti, da sempre ingredienti essenziali dei primi medicamenti naturali preparati dall’uomo. Le resine di pino silvestre, abete rosso, abete comune, larice e ginepro si distinguono tra loro per sottili differenze nella profumazione. Procurarsele non è difficile. La colata può essere staccata delicatamente dal tronco con un coltello o una spatola e avvolta in un foglio di carta stagnola. Un’avvertenza: le resine naturali producono molto fumo, perciò si prestano maggiormente a essere bruciate in locali ben ventilati oppure all’aperto, in tal caso su pietra rovente posta vicino al fuoco.
Abete comune
La resina di abete ha un aroma verde e balsamico, che purifica e arricchisce l’aria, ha proprietà neurotoniche e ricostituenti, conferisce coraggio ed energia. In passato queste fumigazioni venivano praticate nei luoghi di degenza per accelerare il processo di guarigione.
Da secoli è nota in Europa e tuttora in commercio, la trementina alsaziana o di Strasburgo, ricavata dall’abete bianco e utilizzata come medicinale per ferite e reumatismi. Ha proprietà antisettiche ed espettoranti. Al posto della resina è possibile utilizzare anche gli aghi dell’abete. Dopo averli separati dai rami vanno distribuiti su un telo, fatti essiccare per circa 2 settimane e pestati nel mortaio.
La polvere deve essere conservata in un recipiente ermetico oppure mescolata con altre resine.
Larice
Simbolo del buon inizio, della spontaneità, dell’audacia, dell’innovazione. Il suo profumo stimola le energie innovatrici e riattiva l’energia stagnante. La resina allevia i crampi, irrobustisce l’apparato respiratorio, svolge un’azione anticatarrale nelle malattie da raffreddamento acute e croniche e nelle sinusite. La resina purificata attualmente in commercio è la trementina veneziana che, malgrado il nome, proviene soprattutto dal Tirolo.
Pino
La corteccia è impregnata di una resina rossiccia e diffonde un profumo caldo e balsamico se gettata nel fuoco. Le fumigazioni con il pino hanno un effetto rivitalizzante e corroborante. I vapori della resina rafforzano i polmoni e sono utili per rinvigorire i bambini di debole costituzione. Il fumo è antisettico e favorisce la circolazione del sangue.
Abete rosso
Quando l’incenso era ancora sconosciuto, il fumo di questa resina era usato per favorire la pace interiore. E’ facilmente reperibile e necessita di un lungo riposo prima di essere utilizzata. In commercio si trova la resina borgognona: ha un’azione tonificante e rivitalizzante. Si consiglia di utilizzarla all’aperto perché nella combustione produce molto fumo.
Ginepro
Alle fumigazioni si attribuiscono particolari poteri energizzanti che vengono assorbiti sia dalle persone sia dagli ambienti. Utili
nelle convalescenze, potenziano la capacità di concentrazione.
La meditazione transcendentale, esercizi
Controllo della respirazione, mantra e posizione sono i 3 cardini della meditazione trascendentale Maharishi. La ripetizione del mantra personale, in particolare, modifica lo stato delle onde cerebrali. La meditazione si divide in 2 filoni in principali: la focalizzazione ed il monitoraggio.
Durante la pratica la mente si acquieta rimanendo sveglia e sperimenta livelli sempre più sottili del pensiero, fino a che trascende completamente l’attività pensante e sperimenta il suo livello più silenzioso, la sorgente del pensiero, un livello di pura consapevolezza nel quale risiede la totalità delle potenzialità della mente. Contemporaneamente il corpo entra in uno stato di profondo riposo che dissolve anche la fatica e gli stress più profondi.
a cura di Sonia Tarantola
tratto dal libro: Susanne Fischer-Rizzi, Incensi e profumi, Tecniche Nuove
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