I risultati di uno studio condotto negli Stati Uniti ipotizzano un collegamento tra 22 pesticidi e i tassi di incidenza e mortalità del cancro alla prostata.
Non tutto è sicuro in fitoterapia
Sicurezza nelle piante. Infatti continua a essere piuttosto diffusa una falsa credenza, secondo cui ciò che è “naturale” deve essere necessariamente anche innocuo I
Sicurezza nelle piante. Infatti continua a essere piuttosto diffusa una falsa credenza,
secondo cui ciò che è “naturale” deve essere
necessariamente anche innocuo In realtà alcune piante
contengono sostanze molto tossiche come l’aconito, lo strofanto o
la nux vomica; altre contengono sostanze psicoattive, come l’oppio,
la coca, il mescal mentre altre ancora sono sostanze
farmacologicamente molto attive come la digitale.
L’orientamento della moderna fitoterapia è quello di
accertarne la sicurezza: indagini precise con prove di
tossicità, di teratogenesi (per controllare
l’innocuità per il feto), di carcinogenesi (per evidenziare
un eventuale effetto cancerogeno), e le possibili interferenze con
altre terapie farmacologiche. La ricerca scientifica diventa
perciò essenziale anche nell’ambito delle terapie
naturali.
Il discorso sulla sicurezza d’uso delle piante medicinali comprende
anche una valutazione di qualità delle piante stesse: devono
essere ottimali il tipo di coltivazione e la raccolta, la
preparazione e la conservazione.
Una valutazione di qualità implica anche la determinazione
di eventuali sostanze contaminanti.
Il degrado ambientale può infatti contaminare seriamente le
piante medicinali: pesticidi e metalli pesanti, microrganismi come
batteri o funghi possono compromettere la qualità delle
piante. Mentre i pesticidi tendono a decomporsi durante i processi
di essiccamento delle piante, i metalli pesanti rimangono
invariati. Per questo motivo oggi si tende a introdurre nel settore
piante naturali organiche, che sono state cioè coltivate con
mezzi biologici, senza ricorrere all’uso di pesticidi.
Inoltre non va sottovalutato il rischio di contaminazione
microbica: batteri o funghi eventualmente presenti possono liberare
sostanze tossiche per l’organismo. I controlli rientrano nei
compiti delle aziende fornitrici di droghe vegetali, che dovrebbero
garantirne la qualità, secondo precise direttive
governative.
Maria Teresa Lucheroni
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