La sincronicità

Fenomeno misterioso ed affascinante, l’evento sincronico collega per un istante il mondo del sogno e quello della veglia, lasciandoci sorpresi ma come benedetti dall’incontro.

Coincidenze troppo incredibili per essere casuali, eppure
inspiegabili nei termini della razionalità abituale. Come
quando capita di sognare un oggetto inconsueto, e durante il giorno
seguente ci si ritrova ad averlo in mano; oppure, ancor più
inquietante, quando si sogna un evento che si scopre poi essersi
verificato altrove e a nostra insaputa, in contemporanea al nostro
sogno. Quello della sincronicità è un concetto
proposto da Jung, per identificare l’improvvisa corrispondenza fra
vicende interne psichiche e quelle esterne, fisiche. Le une non
sono causa delle altre, eppure il legame fra loro è evidente
e ha un senso.

Nei sogni premonitori, succede di vedere accadimenti di cui non si
può essere a conoscenza, che poi si verificano poco dopo.
Chi ha questo dono ne è spesso impressionato: una
spiegazione scientifica non c’è. Forse l’inconscio sa
più della mente razionale. Esso percepisce qualcosa che ha
luogo altrove, grazie ad una relativizzazione dello spazio e del
tempo; e che succede ad altre persone, attingendo dall’inconscio
collettivo, che è comune a tutti: il fondamento di
ciò che gli antichi chiamavano “la simpatia di tutte le
cose”.

La simultanea comparsa di uno stesso simbolo in un sogno ed in
diverse circostanze reali della giornata successiva avviene
perché esso collega e attrae gli eventi secondo il suo
significato. Anche se siamo turbati dalla sincronicità, in
realtà sentiamo che si apre uno spiraglio su un quadro
vitale più ampio e vivo del solito. Capirla con gli abituali
schemi di causa ed effetto è impossibile e frustrante;
è meglio apprezzarla per quel lampo di eccezionalità,
e arricchire la nostra percezione con l’inesplicabile, intenso
apporto del mondo inconscio. Che è reale quanto quello della
veglia, e con esso è bene che comunichi di più.

Olga Chiaia
Psicologa Psicoterapeuta

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