L’iniziativa, patrocinata dall’Unesco, è nata per promuovere la lettura e la pubblicazione dei libri, ma anche la protezione della proprietà intellettuale attraverso il diritto d’autore.
La sindrome di Gertrude. Quasi un’autobiografia
che che cos’è? Quali sono i sintomi? Ricordate Gertrude, la Monaca di Monza, personaggio de “I promessi sposi”?
La sindrome di Gertrude. Ma
che che cos’è? Quali sono i sintomi? Ricordate Gertrude, la
Monaca di Monza, personaggio de “I promessi sposi”? Lei non seppe
dire di no. Al padre, alle regole della società, a un uomo,
all’amore, al peccato e a una vita che non voleva. Bene,
analogamente, qui si parla di qualcuno che non riesce a dire di no.
Qualcuno d’eccezione: Lella Costa.
Il sottotitolo chiarisce la
natura del libro, “quasi un’autobiografia”. Lella Costa si
racconta, racconta a cosa non ha saputo dire di no. Non racconta di
intrighi amorosi e famigliari. No, Gertrude dà solo il nome
alla sindrome, ma i sintomi qui descritti non si identificano con
quelli della monaca. Lella Costa racconta in questo libro episodi
della sua (ma anche della nostra, vedrete) vita, le
opportunità che le sono capitate non riuscendo a sottrarsi a
quasi nessuna proposta di avventurarsi in nuove vie e nuovi
percorsi. Personali e artistici.
E’ un libro molto molto
bello, si legge tutto d’un fiato. L’autrice racconta gli incontri
essenziali, i momenti particolari. La famiglia, il lavoro, gli
amici della vita. L’impegno civile. Ma anche cose più leggere,
come la sua passione per le scarpe e per la moda. Tra impegno e
frivolezza, con un tocco colto e ironico, divertente. Sempre
appassionato. Sì, perché è proprio questo che si
sente leggendo. La passione di una donna, per tutto quello che fa.
La passione che la conduce a dire sì, a sperimentare. E a
raccontare poi con brillantezza, ironia e con una particolare
intelligenza, quella del cuore.
Un libro che si legge tutto d’un fiato. Che fa sorridere, ridere,
ma anche commuovere, pensare. Qui parla di
se stessa Lella Costa, ma forse parla anche di tutti noi. Per
questo è “quasi un’autobiografia”, perché racconta
episodi della recente storia italiana che ci riguardano tutti. Ci
si sente estremamente coinvolti in queste pagine. E ci si sente a
casa, quasi.
Se non lo siete già
stati, vi consigliamo di farvi colpire dalla “sindrome di Gertrude”
e di dire di sì a questo libro!
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