Un grande lago, della superficie di 11 chilometri quadrati, è letteralmente scomparso nel corso del mese di giugno nell’Antartide orientale, precisamente nella banchisa di Amery, lasciando un cratere profondo 80 metri che fino a pochi giorni fa era occupato da quasi un miliardo di litri cubi di acqua (0,7 miliardi per l’esattezza). L’acqua, secondo gli scienziati che hanno pubblicato i risultati dello studio sull’evento sulla rivista Geophysical Research Letters, sarebbe riuscita ad attraversare lo strato di ghiaccio della banchisa di Amery spesso fino a 1.400 metri, per confluire nell’Oceano Antartico.
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Forse un’anticipazione di ciò che accadrà con il riscaldamento globale
La scoperta ha allarmato gli esperti, che considerano quanto avvenuto una sorta di possibile anticipazione di quel che potrebbe avvenire nel prossimo futuro con il progressivo aumento delle temperature in atto: i laghi che sempre di più potrebbero affiorare sulla superficie possono provocare fratture nel ghiaccio e “corridoi” verso l’oceano. A loro volta, questi potranno causare il collasso delle piattaforme, portando a un aumento dei livelli di perdita di ghiaccio dal continente e a un conseguente innalzamento del livello dei mari.
Le piattaforme di ghiaccio che circondano l’Antartide sono invece ritenute fondamentali dagli scienziati, perché fungono da barriere naturali alla perdita di ghiacci dai ghiacciai e dalle calotte polari.
Gli esperti sono stati in grado di “vedere” il lago e il cratere che ha lasciato utilizzando le immagini di un laser a luce verde sull’ICESat-2 della Nasa, in grado di trasmettere impulsi di fotoni e individuare con precisione il punto di riflessione di ogni fotone che riceve dalla Terra.
I pericoli legati al fenomeno dell’idrofrattura
“Riteniamo che il peso dell’acqua accumulata in profondità abbia aperto una fessura nella piattaforma di ghiaccio sotto il lago, un processo noto come idrofrattura, facendo defluire l’acqua nell’oceano sottostante”, ha detto all’Independent Roland Warner, glaciologo dell’Australian Antarctic Program Partnership dell’Università della Tasmania, e autore dello studio insieme a Helen Amanda Fricker.
— Australian Antarctic Program Partnership (@Ant_Partnership) June 24, 2021
I ricercatori hanno affermato di non aver mai visto un’idrofrattura così profonda prima d’ora. La banchisa di Amery è la terza più grande dell’Antartide, e fa parte di un bacino idrografico cruciale per il lato orientale dell’Antartide perché copre circa 60mila chilometri quadrati con acqua ed è profonda oltre 500 chilometri. Fricker, glaciologa dello Scripps Institution of Oceanography, sottolinea che “poiché l’acqua di disgelo superficiale sulle piattaforme di ghiaccio può causare il loro collasso e il conseguente innalzamento del livello dei mari, è importante comprendere i processi che indeboliscono le piattaforme di ghiaccio”.
— Scripps Institution of Oceanography (@Scripps_Ocean) June 23, 2021
I due scienziati affermano di non poter attribuire direttamente la scomparsa del lago alla crisi climatica globale, ma suggeriscono che l’evento osservato potrebbe dare importanti informazioni su come le grandi calotte glaciali possano rispondere al riscaldamento delle temperature atmosferiche nei prossimi anni.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.