Dopo anni di discussioni, il 26 aprile è stata messa la parola fine sul progetto volto a prelevare l’acqua dal lago Bianco, al Passo Gavia.
- Nel 2010 aveva preso il via un progetto per prelevare l’acqua dal lago Bianco, al Passo di Gavia, e usarla per alimentare i cannoni per la neve artificiale.
- I cittadini del luogo si sono opposti, istituendo il comitato Salviamo il lago Bianco.
- Il 26 aprile 2024 la giunta del comune di Valfurva ha rinunciato definitivamente all’opera.
Dopo quattordici lunghi anni di lavori, proteste e battaglie legali, il 26 aprile 2024 è stata messa definitivamente la parola fine sul progetto volto a prelevare l’acqua dal lago Bianco, al Passo di Gavia, e usarla per alimentare i cannoni per la neve artificiale. Davide sconfigge Golia, commentano i cittadini riuniti nel comitato Salviamo il lago Bianco.
Il perché delle trivelle al lago Bianco
Il lago Bianco è un bacino naturale che si trova all’interno del Parco nazionale dello Stelvio, sulle Alpi bresciane. Sorge a 2.652 metri di altezza e fa parte della Riserva naturale statale Tresero-Dosso del Vallon, istituita nel 2005 per compensare i danni che l’area aveva subito per i Mondiali di sci alpino.
Queste tutele non sono tuttavia state sufficienti per impedire la nascita di un progetto volto a prelevare l’acqua del lago. L’obiettivo? Sfruttarla per i cannoni che sparano neve artificiale a Santa Caterina Valfurva e dintorni, salvando così la stagione sciistica nonostante le temperature miti dovute ai cambiamenti climatici. Nel 2016 la società Santa Caterina Impianti (S.C.I. spa.) ha ottenuto l’autorizzazione per estendere il pompaggio al lago Bianco, nel 2020 è arrivato anche il via libera per ultimare la posa in opera dei tubi, e ad agosto del 2023 ruspe e trivelle hanno ricominciato a scavare.
Il comune di Valfurva rinuncia al progetto
I cittadini della zona non sono rimasti fermi a guardare. Sembrava una battaglia persa in partenza, ma hanno comunque istituito il comitato Salviamo il lago Bianco e hanno presentato una petizione al Parlamento europeo, anche grazie a una raccolta fondi per coprire le spese legali. Hanno portato il caso all’attenzione della stampa e della tv. Il loro team di consulenti tecnici e legali ha redatto un documento di 42 pagine, in risposta all’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) che, attraverso un recente parere, sosteneva non ci fossero gli elementi per ipotizzare danni ambientali o minacce all’habitat.
Alla fine, hanno avuto la meglio. Con la delibera numero 35 emessa il 26 aprile, infatti, il comune di Valfurva, in provincia di Sondrio, ha modificato la convenzione con S.C.I. spa, con lo “stralcio dell’opera di presa sul lago Bianco a quota 2.607 metri sul livello del mare”. A un passo dalla fine, dopo tante spese e tanti interventi invasivi sul territorio, il progetto si ferma.
“La questione tuttavia non finisce qui”, precisa il comitato Salviamo il lago Bianco. “Le indagini della Procura della Repubblica e della Commissione europea sono tutt’ora in pieno svolgimento ed arriveranno prossimamente a pronunciarsi”. Da parte sua, l’Osservatorio delle associazioni sul Parco nazionale dello Stelvio (di cui fanno parte Cai, Federazione pro natura, Italia nostra, Legambiente, Lipu, Mountain wilderness, Touring club italiano, Wwf Italia) chiede di definire subito gli “interventi di bonifica, restauro, ripristino e rinaturalizzazione necessari”.
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