L’amministrazione Biden vuole riaprire un centro di detenzione per migranti a Guantanamo

Un bando diffuso dal Dipartimento della sicurezza interna Usa sollecita attori privati a farsi avanti per la gestione della struttura, chiusa nel 2017 dall’amministrazione Obama.

L’amministrazione Biden vuole aprire un centro di detenzione per migranti nella base militare di Guantanamo, sull’isola di Cuba. In un bando di appalto diffuso dal Dipartimento della sicurezza interna si sollecitano attori privati a farsi avanti per la gestione della struttura e per fornire personale di sicurezza e custodia che parli spagnolo e creolo haitiano. Il documento arriva mentre gli Stati Uniti stanno fronteggiando un’ondata migratoria eccezionale al confine con il Messico e sono nell’occhio del ciclone per i rimpatri forzati a cui stanno sottoponendo i neo-arrivati, spesso con l’ausilio anche della violenza.

Una protesta contro le deportazioni dei migranti di Haiti ordinate dall'amministrazione Biden. Presto potrebbero finire nel nuovo centro di Guantanamo
Una protesta contro le deportazioni dei migranti di Haiti ordinate dall’amministrazione Biden. Presto potrebbero finire nel nuovo centro di Guantanamo © Joe Raedle/Getty Images

Una nuova prigione a Guantanamo

Nel 1991 nella baia di Guantanamo, a Cuba, è stato creato un centro di detenzione per migranti che nel corso degli anni ha recluso almeno 34mila haitiani, 34mila cubani e persone provenienti da altri paesi. Nel 2017 l’amministrazione Obama ha chiuso la struttura e negli ultimi anni la prigionia nella base militare è rimasta solo nella forma del carcere di massima sicurezza dove a oggi si trovano rinchiuse ancora 39 persone arrestate nell’ambito della guerra al terrorismo e in molti casi mai processate.

Il nuovo bando pubblicato dal Dipartimento della sicurezza interna sembra però anticipare la riapertura del vecchio centro di detenzione per migranti, mentre il governo sta gestendo con molte ombre il flusso di migranti haitiani in arrivo dal Messico. In particolare, si cercano 50 agenti non armati che possano essere impiegati a turno per 24 ore su 24, si richiede inoltre che almeno il 10 per cento di essi parli fluentemente spagnolo e creolo haitiano.

Da quanto si legge nel documento, la struttura ha una capacità di 120 persone che può però salire fino a 400 in caso di situazioni di particolare emergenza. Se ciò accadesse, continua il testo, il gestore dovrebbe farsi trovare pronto con nuove tende e lettini da organizzare nel breve termine.

La versione di Biden

Dall’amministrazione del presidente Joe Biden hanno ridimensionato la notizia. “Il Dipartimento non invierà i cittadini haitiani intercettati al confine sud-ovest del paese al centro di Guantanamo”, ha detto un portavoce, una versione che però si scontra con la richiesta che il personale parli creolo haitiano. “Il centro è stato utilizzato per decenni per processare i migranti intercettati in mare per il reinsediamento in paesi terzi. Il documento recentemente pubblicato è un primo passo di routine nel rinnovo di un contratto e non è correlato al confine sud-ovest (quello con il Messico, dove è in corso l’emergenza). Il contratto è stato assegnato nel 2002 e l’attuale mandato termina il 31 maggio 2022″.

In molti hanno però alzato la voce contro la riapertura della struttura, a chiunque essa sarà destinata. La deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez ha definito “assolutamente vergognoso” il progetto, mentre Bob Carey, direttore dell’Ufficio per il reinsediamento dei rifugiati sotto l’amministrazione Obama, ha sottolineato che ci sono altre soluzioni per risolvere l’emergenza, aggiungendo però che il rimpatrio forzato dei migranti di Haiti dal confine con il Messico, in corso in questi giorni, è un’alternativa perfino peggiore.messico

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