L’Aquila è Capitale italiana della cultura 2026. Un altro passo verso la rinascita

A 15 anni dal terremoto che l’ha ferita, l’Aquila ha finalmente una grande occasione per presentarsi al mondo e dare il meglio come Capitale della cultura.

L’Aquila, capoluogo della regione Abruzzo con i suoi quasi 70mila abitanti, sarà la Capitale italiana della cultura 2026. È stata designata e proclamata dal Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano superando le altre 9 città finaliste: Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso e l’Unione dei Comuni Valdichiana Senese. Un’occasione per far parlare di sé e delle sue bellezze storico architettoniche e puntare i riflettori su quel che questa cittadina può offrire nonostante il faticoso percorso di rinascita dopo il sisma devastante del 2009.

L'Aquila Capitale della cultura 2026
L’Aquila, Abruzzo, Santa Maria del Suffragio è stata riaperta al pubblico nel 2018 © IStock

Perché ha vinto l’Aquila e che cosa vince la Capitale della cultura?

L‘Aquila, come città vincitrice, si aggiudicherà un contributo statale di un milione di euro, grazie anche al potrà valorizzare, per il periodo di un anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità. Nella motivazione che palesa la scelta della giuria infatti si dice: “L’Aquila città multiverso – questo il nome del dossier presentato – è un ambizioso programma di sperimentazione artistica per la creazione di un modello di rilancio socioeconomico territoriale a base culturale capace di proiettarla verso il futuro seguendo i 4 assi della Nuova agenda europea della cultura: coesione sociale, salute pubblica benessere, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale”.

Il progetto propone un modello di valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, artistico e naturale. Mira al recupero dell’identità, puntando sulla cultura intesa come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità. Coinvolge inoltre un numero rilevante di realtà, creando un forte collante con i territori circostanti attraverso un palinsesto di eventi e di iniziative che si svilupperanno per l’intero anno e copriranno tutto il panorama dell’espressione artistica e culturale: cinema, teatro, musica, arti visive.

È chiaro come questa “elezione” dell’Aquila faccia tornare alla memoria i terribili sismi che l’hanno colpita dal 2009 sino al 2012, ma il sindaco della città, Pierluigi Biondi, ha voluto precisare: “L’Aquila si appresta a vivere il suo quindicesimo anniversario dal sisma: il riconoscimento di Capitale italiana della cultura non può essere un risarcimento per quanto accaduto perché non può esserci risarcimento per ciò che il nostro popolo ha sofferto, ma rappresenta un elemento con cui ricostruire il tessuto sociale le nostre comunità”.

Dovremo aspettare sino al 2026 per vedere come si presenterà al pubblico italiano ed estero la città abruzzese, nel frattempo ricordiamo che la Capitale italiana della cultura in carica è Pesaro nelle Marche, mentre il prossimo anno sarà Agrigento in Sicilia.

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