Il rapporto di Legambiente conferma lo stato critico del mare italiano, tra abusi edilizi, sversamenti, pesca illegale e cattiva gestione dei rifiuti.
Questi vermi sono capaci di mangiare la plastica e ridurre così i nostri rifiuti
Una scoperta ritenuta dagli scienziati “rivoluzionaria”, potrebbe risolvere, almeno in parte, i problemi con i rifiuti in plastica.
È proprio vero che la Natura non finisce mai di stupire. E ancora una volta potrebbe fornire la soluzione ad un problema che affligge l’intero pianeta, in particolare gli oceani. Un team di scienziati della Stanford University, ha scoperto che le comuni terme della farina, Tenebrio molitor, sono capaci di mangiare e digerire il polistirene (meglio conosciuto come polistirolo).
Secondo gli studi condotti in laboratorio da Wei-Ming Wu, ricercatore del dipartimento di ingegneria civile ed ambientale dell’università americana, le forme larvali del comune coleottero, sono in grado di degradare una sostanza che prima non si riteneva tale. “Questa scoperta apre la porta alla soluzione dell’inquinamento globale causato dalla plastica”, ha dichiarato Wu, dalle pagine ufficiali dell’ateneo.
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Science and Technology, col titolo “Biodegradation and Mineralization of Polystyrene by Plastic-Eating Mealworms: Part 1. Chemical and Physical Characterization and Isotopic Tests”, spiega come le larve alimentate per un mese a polistirene fossero dello stesso peso e perfettamente in salute come quelle alimentate normalmente.
“Nel giro di 24 ore hanno espulso il grosso della plastica restante come frammenti biodegradabili, simili agli escrementi di piccoli conigli”, spiega la nota rilasciata dal dipartimento. E cosa più importante “i vermi erano in salute”. “Può succedere talvolta che la scienza ci stupisca”, ha dichiarto Craig Criddle, professore che ha supervisionato la ricerca di Wu. “Stavolta ci ha scioccato”. In pratica i batteri che vivono nell’intestino dei vermi sono in grado di metabolizzare il polimero plastico, producendo come scarto CO2 e sedimenti.
Il polistirene, oltre che ai pannelli isolanti e agli imballaggi, è ancora oggi utilizzato per le shopping bag e altre pellicole ed è uno dei materiali più difficili da degradare e durevoli in natura. Evidente quindi la soddisfazione del gruppo di ricerca.
Gli scienziati sperano di capire a fondo il meccanismo con il quale avviene la degradazione dei polimeri, così da trovare un nuovo metodo per il trattamento dei rifiuti plastici e realizzare dei materiali plastici che risulterebbero così facilmente biodegradabili.
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