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Last Minute Sotto Casa: il portale che salva cibo, denaro e ambiente
Last Minute Sotto Casa è un portale “anti-spreco” che consente ai commercianti di mettere in vendita la propria merce in scadenza a prezzo scontato, avvisando in tempo reale i clienti interessati. Ce ne parla uno dei fondatori, Massimo Ivul.
Lo spreco alimentare è uno dei grandi paradossi della nostra epoca e “a livello globale, riguarda un terzo della produzione totale di alimenti”. Una montagna di cibo che sarebbe in grado “di sfamare per 4 volte le 795 milioni di persone denutrite” (fonte Eating Planet. Cibo e sostenibilità: costruire il nostro futuro). È a partire da questa consapevolezza che nel 2014 ha preso il via il progetto Last Minute Sotto casa, un portale che permette ai negozianti di segnalare in tempo reale ai clienti la merce fresca rimasta invenduta, offrendola a prezzo scontato. Il meccanismo è così semplice da apparire ovvio: i negozianti iscritti inseriscono sul portale www.lastminutesottocasa.it (e relative App) i prodotti in scadenza, che rischiano quindi di finire nella spazzatura, e i clienti, che hanno selezionato quella specifica zona sui loro profili, ricevono la notifica. Un vantaggio al quadrato, anzi al cubo, visto che a guadagnarci sono non solo il negoziante (che così si fa anche pubblicità) e il cliente, ma anche il Pianeta intero. Semplice, intelligente e già un successo. Ne abbiamo parlato con Massimo Ivul, cofondatore e AD di Last Minute, che ci ha fornito molti dati interessanti.
A che cifre ammonta, in termini di denaro e di quantità di cibo, lo spreco alimentare oggi in Italia e in Europa?
In Italia il valore annuale dello spreco alimentare è di 8,1 miliardi di euro. Ognuno di noi spreca mediamente 146 Kg di cibo all’anno. Pensi che solo a Milano, ogni giorno, vengono buttati 180 quintali di pane. Non ho i dati europei, ma a livello mondiale, il costo dello spreco alimentare ammonta a 2.600 miliardi di dollari all’anno, perché oltre ai costi relativi al cibo gettato in sé (1.000 miliardi), bisogna sommare i costi relativi all’impatto ambientale (emissioni di CO2, spreco idrico, spreco di terreno biologico per 700 miliardi di dollari), più i costi sociali per lo smaltimento che sono di circa 900 miliardi di dollari.
Voi siete partiti nel 2014: quanto cibo e denaro sono stati risparmiati grazie al vostro portale finora?
Ogni tonnellata di cibo sprecato ci costa quasi 1.800 euro, a cui bisogna aggiungere i costi ambientali relativi all’emissione di 2,5 tonnellate di CO2, al consumo di oltre 192.000 litri di acqua e allo sfruttamento biologico di 10,8 mq di terreno. Noi stimiamo che grazie alla nostra piattaforma ogni mese riusciamo ad evitare che venga sprecata oltre una tonnellata di cibo. Quindi siamo vicini a 30 tonnellate di cibo recuperato finora.
Prima di aderire al vostro progetto che fine faceva il cibo avanzato nei negozi?
Questa è la domanda che quando ci è venuta questa idea facevamo ai negozianti che andavamo ad intervistare: che cosa ne fate del cibo in esubero? E fra le varie risposte quella che non mancava assolutamente mai era “Lo buttiamo nella spazzatura”.
Dov’è attivo ora il servizio di Last Minute?
Di fatto in tutta Italia, ma la concentrazione maggiore di shop e utilizzatori è su Torino, da dove tutto è iniziato. Alcune città sono partite prima (Palermo, Terni, Genova ecc.) e quindi sono più avanti; altre stanno arrivando (Milano, Roma ecc.).
Avete vinto numerosi premi finora e siete stati l’unico progetto italiano selezionato tra i dieci finalisti del premio European Social Innovation, su 1.400 partecipanti europei. Quali sono le vostre armi vincenti da un punto di vista strategico e di mercato?
Sicuramente lo spreco alimentare è un tema molto sentito da tutti, di conseguenza il nostro progetto gode di molta visibilità. In questi mesi abbiamo affinato continuamente il nostro modello di business. Le leve strategiche su cui puntare oggi ci sono molto chiare e l’elenco sarebbe lungo. Pensiamo che una tecnologia semplice che riporta le persone dentro ai negozi e non ad acquistare solamente on-line, unito alla possibilità di risparmiare per il consumatore e di conoscere nuovi clienti per il negoziante, sia una di queste leve.
Quali dei tanti premi ricevuti è stato più importante per voi e perché?
Ognuno di questi premi è stato importante. Anche i primi, che magari non prevedevano premi in denaro o una grandissima visibilità, perché erano la testimonianza che eravamo sulla strada giusta e ci hanno dato la necessaria fiducia per continuare. Poi, è chiaro che premi come Edison Pulse o Impact Madrid, così come l’European Social Innovation ti danno soldi e visibilità enormi. Approfitto di questa domanda per segnalare che nei prossimi giorni sarò Roma per ritirare il Premio Nazionale all’Innovazione dei Servizi di Confcommercio.
Chi ha finanziato il progetto inizialmente e di che cifre si parla?
Nella primissima fase io e Francesco Ardito, che è il vero ideatore di questo progetto. Abbiamo investito qualche migliaio di euro per sviluppare la prima versione della piattaforma. Visto che la cosa sembrava funzionare, dopo qualche mese abbiamo costituito la nostra società con l’aiuto di alcuni amici che hanno creduto nel progetto, investendo in tutto qualche decina di migliaia di euro. Oggi stiamo accogliendo nuovi finanziatori che si avvicinano al progetto, potendo disporre di cifre sicuramente più importanti.
Chi sono i clienti e i negozianti tipo che aderiscono?
Dalle nostre analisi ci accorgiamo che i clienti che si avvicinano sono persone che hanno a cuore l’ecosistema del nostro pianeta. Non lo fanno quindi solo o principalmente per risparmiare, ma lo fanno pensando in ottica futura al mondo che sarà e che lasceremo ai nostri figli. Per i negozianti invece noi rappresentiamo un nuovo strumento di comunicazione; una sorta di megafono digitale, che permette loro di parlare direttamente agli “utilizzatori” che gravitano nelle vicinanze del proprio negozio. Utilizzatori che hanno “scelto” di ricevere queste comunicazioni e che sono quindi ben predisposti ad ascoltare cosa il negoziante vuole dirgli e a premiare proprio la sua attenzione a questo importante tema dello spreco alimentare.
La vostra app permette di ricevere anche offerte “in movimento” mentre si viaggia, come funziona?
Si, è una nuova funzionalità che abbiamo inserito nella nostra App. Attivandola, il cliente amplia il perimetro dei negozi da cui riceve le offerte: non solo da quelli vicini agli indirizzi indicati, ma anche dai quelli vicini al punto in cui si trova mentre è in movimento.
Avete obiettivi molto ambiziosi che guardano verso l’Europa, come vi state muovendo?
Fin da subito abbiamo pensato che il progetto potesse aspirare ad avere un respiro internazionale. Tutti i segnali che ci arrivano hanno trasformato l’impressione in certezza. Si sono occupati di noi importanti università straniere e abbiamo già instaurato contatti con realtà francesi, spagnole, tedesche e americane. Chiaramente quello dell’internazionalizzazione non è un processo in cui basta tradurre l’applicazione in un altra lingua (cosa per altro già predisposta) ma necessita di alcuni passaggi strategici per la buona riuscita. Ci stiamo lavorando…
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