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Latte rigorosamente biologico per mettere a nuovo le facciate dei palazzi pontifici, secondo un’antica e segreta ricetta. Il restauro sarà in linea con i principi ecologici dell’enciclica papale Laudato Sì.
Tanto latte biologico, un pizzico di segreto, oli essenziali e attenzione all’ambiente sono gli ingredienti per la ristrutturazione del Palazzo del Belvedere, che risale al 1484 e ospita preziose opere d’arte dei Musei vaticani e oggi è in fase di restauro.
Quella della tempera al latte è un’antica ricetta che si è dimostrata più resistente di qualsiasi moderna vernice sintetica: “Non siamo nostalgici del passato, ma pensiamo che queste soluzioni invecchino meglio ed le tempere abbiano una maggiore tenuta cromatica”, ha detto Vitale Zanchettin, l’architetto capo del Vaticano.
In linea con l’enfasi posta da papa Francesco sull’ecologia con la sua enciclica Laudato si’, il latte proviene dalle mucche delle fattorie vaticane, presso la residenza estiva papale di Castel Gandolfo, alle porte di Roma. “Abbiamo cercato di applicare solo metodi non invasivi per l’ambiente e le persone che lavorano ai restauri e l’enciclica sull’ecologia di Papa Francesco è la guida per i lavori di restauro” ha spiegato Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani.
Secondo l’antica ricetta, che risale al 1500 e segretamente custodita tra le mura dei palazzi vaticani, il latte è l’ingrediente principale per tinteggiare le facciate pontificie. Il latte, rigorosamente biologico della fattoria Ville Pontificie, viene mischiato con altre sostanze, tra le quali calce spenta e pigmenti, in precise proporzioni e mescolate tra loro fino a raggiungere la densità e il colore prefissato. La pittura, rigorosamente ecologica, non dannosa per l’ambiente e le persone che la maneggiano, viene poi utilizzata dagli artigiani per tinteggiare le facciate di Palazzo del Belvedere.
Latte per le facciate dei palazzi e oli essenziali per proteggere le sculture e i marmi. Il Vaticano è in prima linea nella ricerca e l’uso di oli essenziali per pulire e proteggere le sue 570 statue e altre opere d’arte in marmo dei suoi giardini.
Nei 22 ettari dei Giardini Vaticani la natura prolifera nella sua bellezza, ma purtroppo rappresenta anche una minaccia per i pezzi d’arte presenti. Funghi e batteri delle piante e del suolo erodono lentamente le opere di marmo, che sono già esposte a elementi potenzialmente dannosi, come l’inquinamento. Dopo anni di ricerca il Vaticano ha trovato il rimedio ecologico al problema: le essenze di origano e timo sono efficaci nel prevenire il bio-deterioramento del marmo senza danneggiare le opere d’arte o la salute di coloro che lavorano ai restauri; inutile dire che gli oli provengono da colture biologiche certificate presenti in Sicilia.
I Musei Vaticani hanno uno staff di 100 persone che pulisce e mantiene in buone condizione le opere d’arte e gli edifici per i 6 milioni di turisti che visitano ogni anno il musei. “Il costo della mano d’opera è elevato, ma il Vaticano preferisce impiegare persone piuttosto che macchine”, spiega Zanchettin. Il ripristino di opere d’arte e e il mantenimento architettonico richiede una competenza tecnica dettagliata e anni di esperienza che finora non possono essere fatti da un computer.
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