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L’Australia abolisce la carbon tax
L’Australia ha abolito la carbon tax, la tassa sulle aziende che emettono più gas a effetto serra in atmosfera, responsabili del riscaldamento globale. Voluta due anni fa dal governo laburista guidato da Julia Gillard, è stata abrogata dal parlamento australiano su proposta del governo conservatore guidato dal primo ministro Tony Abbott. La norma che
L’Australia ha abolito la carbon tax, la tassa sulle aziende che emettono più gas a effetto serra in atmosfera, responsabili del riscaldamento globale. Voluta due anni fa dal governo laburista guidato da Julia Gillard, è stata abrogata dal parlamento australiano su proposta del governo conservatore guidato dal primo ministro Tony Abbott.
La norma che ha cancellato la carbon tax è stata approvata in via definitiva il 17 luglio dal senato australiano con 39 voti a favore e 32 contro dopo che era stata votata dalla camera bassa con una netta maggioranza, la stessa di cui gode il governo.
Secondo Abbott (nelle foto) si tratta di una promessa mantenuta fatta in campagna elettorale come strumento per risollevare l’economia del paese, abbassando le tasse per cittadini e imprese: “È una grande notizia per le famiglie australiane e per le piccole imprese. Noi onoriamo le nostre promesse e costruiamo un’economia forte e prospera”. Sempre durante la campagna elettorale, Abbott aveva sollevato persino dei dubbi sulle cause e sugli effetti del cambiamento climatico tanto che una delle sue prime azioni fatte lo scorso anno dopo l’insediamento è stata abolire gli enti che si occupavano di clima.
La tassa sulla CO2 riguardava 500 tra le aziende più grandi d’Australia, come le centrali elettriche e le imprese manifatturiere. Per ogni tonnellata di CO2 emessa oltre la soglia massima consentita, l’azienda doveva pagare 23 dollari australiani (circa 18 euro). Questa dinamica, però, sarebbe dovuta sfociare nel giro di un anno in un mercato delle emissioni simile a quello in vigore nell’Unione europea. Un sistema che ha dimostrato di essere più efficace e al contempo meno oneroso, tanto da consentire alla Commissione europea di raccogliere fondi per un miliardo di euro destinati a progetti di contrasto e adattamento al cambiamento climatico.
Il leader del Partito laburista Bill Shorten ha detto che l’abolizione della tassa sulla CO2 voluta da Abbott costringe l’Australia a un passo indietro “mentre il resto del mondo va avanti”. Molto più severo il giudizio di Christine Milne, alla guida del partito dei Verdi: “È un giorno tragico” perché “i grandi inquinatori dovrebbero pagare per la distruzione che stanno causando al pianeta”. L’Australia è uno dei paesi con il livello di emissioni di CO2 pro capite più alto al mondo.
Il nuovo schema del governo australiano prevede un piano di azione diretta, ovvero l’offerta di incentivi per le imprese e le organizzazioni che decidono di ridurre la CO2 in modo volontario. Uno strumento che, secondo le previsioni dell’esecutivo, dovrebbe comunque consentire di raggiungere l’obiettivo di una riduzione delle emissioni di gas serra del 5 per cento entro il 2020 rispetto ai livelli registrati nel 2000.
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