Il bike delivery, la consegna dell’ultimo miglio in bicicletta, rappresenta una valida soluzione per ridurre l’impatto ambientale nelle aree urbane.
Andare al lavoro in bici è (anche) un incentivo economico. L’esempio di Trento
Il Comune lancia un piano per favorire gli spostamenti in bici: previsto un indennizzo e uno sconto del 30 per cento sull’abbonamento ai mezzi pubblici.
Andare in bici allunga la vita. Ma in alcuni casi può incrementare anche il conto in banca. Parliamo di una cifra simbolica (2 euro al giorno) che però è già riuscita a coinvolgere in un progetto un gran numero di dipendenti comunali, e non solo. Siamo a Trento, dove è partita la sperimentazione del “Bike to work”, già molto popolare in paesi come l’Olanda, la Germania e il Belgio. Al netto dell’importanza di investire sullo sviluppo di piste ciclabili, in questo caso l’idea prevede dei veri e propri incentivi economici per i lavoratori comunali che decidono di lasciare a casa l’auto per gli spostamenti quotidiani.
Previsti premi per chi percorrerà più chilometri
Partita nel dicembre dello scorso anno, la prima fase sperimentale durerà fino a giugno: il Comune di Trento ha previsto un’indennità di 0,25 centesimi per ogni chilometro percorso sul tragitto casa-lavoro, per un importo massimo di 2 euro al giorno e 20 euro al mese; per incentivare la partecipazione è prevista anche una competizione su chi percorrerà più chilometri: i primi sette classificati otterranno un premio aggiuntivo da 20 a 50 euro. È previsto inoltre il 30 per cento di sconto sul costo dell’abbonamento ai mezzi pubblici, non solo per i dipendenti comunali ma anche per i lavoratori delle 32 aziende pubbliche e private che hanno aderito all’iniziativa: si tratta di circa 9.000 dipendenti, oltre a 15.761 studenti e studentesse dell’Università che è partner dell’iniziativa.
Analizzate le esigenze di chi si muove in bici
Per approntare il progetto si è partiti da un’analisi delle esigenze di chi decide di spostarsi quotidianamente in bici. Si è scoperto, ad esempio, che una delle remore più grandi riguardava lasciare il proprio mezzo per molte ore in un luogo non sorvegliato: è stato così individuato uno spazio riparato all’interno degli uffici comunali, all’interno dei quali sono stati costruiti anche spogliatoi e docce, per rispondere a un’altra delle istanze poste dai lavoratori. Per l’iniziativa sono stati stanziati 36mila euro: una parte di questi saranno utilizzati per affidare ad un operatore esterno la realizzazione e la gestione del sistema dedicato al monitoraggio e alla certificazione dei chilometri percorsi, mentre l’altra parte servirà per l’erogazione dei premi economici.
Il piano del Comune per gli spostamenti fra casa e lavoro
Il progetto “Bike to work” è parte integrante di un piano più ampio che riguarda gli spostamenti casa-lavoro per l’anno in corso. Approvato a dicembre dall’amministrazione trentina, punta a rendere più sicure le strade per bici e monopattini e a incrementare l’uso dei mezzi pubblici: fra le 13 azioni previste spiccano il carpooling come sistema di mobilità alternativo, l’implementazione delle ciclovie e il potenziamento del trasporto pubblico locale. Riguardo a quest’ultimo punto Giuliano Franzoi, mobility manager del Comune, ha spiegato che sarà attivato un “servizio di trasporto pubblico a chiamata, simile al night bus ma per le ore diurne”. Il Comune incentiverà inoltre il lavoro da remoto e, attraverso un sistema di informazione interna, condividerà con i dipendenti notizie relative alla mobilità sostenibile. Se la sperimentazione del “Bike to work” darà risposte positive, sarà infine valutata la possibilità di estendere il progetto anche ai cittadini per gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola.
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