I green jobs sono in crescita, ma le competenze in materia di sostenibilità sono ancora poco diffuse. È quanto emerge da un report pubblicato da Linkedin.
Il network professionale Linkedin ha pubblicato uno studio in occasione della Cop28.
I green jobs crescono a un ritmo molto più veloce rispetto alla media, anche in Italia.
Le aziende si scontrano però con una diffusa carenza di competenze sulla sostenibilità.
Al termine dei negoziati della Cop28, in corso a Dubai, sapremo se i leader del pianeta hanno deciso finalmente premere sull’acceleratore dell’azione per il clima. O se, al contrario, questa Conferenza delle parti sarà l’ennesima occasione persa. Quel che è certo è che le imprese sono parte attiva della transizione ecologica ed energetica e, che sia per sincera convinzione o per necessità, si stanno attrezzando. Se è vero però che offrono un numero crescente di green jobs (lavori verdi), è vero anche che fanno tuttora una certa fatica a trovare talenti che abbiano competenze in termini di sostenibilità. È quanto emerge da un report pubblicato da Linkedin, il più grande network professionale al mondo, proprio in vista della Cop28.
Le aziende offrono sempre più green jobs
La buona notizia sta nel fatto che le aziende stanno creando sempre più posti di lavoro legati all’ambiente, i cosiddetti green jobs. A livello globale, Linkedin parla di un aumento medio del 24 per cento, ben superiore rispetto a quello degli altri mercati chiave. Significative le tendenze del comparto dell’energia: mentre la forza lavoro nel campo delle rinnovabili in 26 paesi cresce del 26 per cento, cala del 21 per cento (tra gennaio 2016 e agosto 2023) quella nel settore oil&gas.
Nel nostro paese, a fotografare anno dopo anno lo stato della green economy è Fondazione Symbola, con il rapporto GreenItaly. L’ultima edizione spiega che, nel quinquennio 2018-2022, le imprese che hanno effettuato eco-investimenti sono state 510.830, cioè il 35,1 per cento del totale. Guardando questi dati dal punto di vista occupazionale, si scopre che il 13,9 per cento degli occupati è legato in qualche modo alla green economy. Nel 2022 sono stati attivati circa 5,2 milioni di contratti di lavoro: 1,8 milioni riguardavano i green jobs, oltre 215mila in più rispetto alla rilevazione precedente.
Green Jobs Fair at COP28!
During the Youth, Education and Skills Day at COP28, @GenUnlimited_ , @LinkedIn, and @pupilar_uae joined forces to deliver a Green Jobs Fair for youth focused on
✅ Engaged with Top Organizations ✅ Explored Hiring Trends ✅ Discussed the Future of… pic.twitter.com/IYQnT4cRdG
Aprire posizioni lavorative legate alla sostenibilità, però, non significa automaticamente trovare persone abbastanza qualificate per ricoprirle. Ed è su questo che si focalizza il report di Linkedin, sottolineando quando, a livello globale, soltanto un dipendente su otto possieda una o più competenze “verdi”. In Europa la percentuale è ancora più bassa, uno su nove.
In ambito professionale si parla tanto di soffitto di cristallo, cioè degli ostacoli impliciti che incontrano le donne nel proprio percorso di carriera. E anche i green jobs non fanno eccezione. In Italia, soltanto il 10 per cento delle donne possiede competenze o esperienze in ambito ambientale, una percentuale molto più bassa rispetto al 16 per cento degli uomini.
“Il percorso da seguire è chiaro e i dati mostrano i passi da compiere per affrontare la sfida. Le riflessioni sui cambiamenti climatici devono essere accompagnate da finanziamenti adeguati per la riqualificazione dei lavoratori, e ciò include il sostegno alle imprese per l’attuazione di programmi di formazione e, in ultima analisi, di green job”, commenta Allen Blue, co-founder e vice president product management di Linkedin. “Il futuro del nostro pianeta dipende dai talenti con competenze legate alla sostenibilità.”
“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trasformare un rifiuto in qualcosa di meraviglioso”. L’intervista a Matteo Longo, direttore generale di Bioforcetech.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite competizione e corsa alle performance colpiscono la salute mentale dei lavoratori, moltiplicano i casi di burn-out.
L’agrivoltaico permette la coesistenza di agricoltura ed energia solare. Un segmento che potrebbe rappresentare la frontiera della produzione energetica, come dimostra l’esempio di Caviro.
Acemoglu, Johnson e Robinson hanno dimostrato che le istituzioni democratiche creano prosperità e sviluppo. E sottolineato il ruolo delle colonizzazioni.