Il lavoro minorile in Italia esiste: riguarda 69.601 ragazzi e ragazze tra i 15 e i 17 anni, ma molti altri hanno iniziato prima dell’età legale consentita.
Il 12 giugno è la Giornata mondiale contro il lavoro minorile.
Stando ai dati ufficiali dell’Istat e dell’Inail, nel 2022 in Italia i lavoratori di età compresa fra i 15 e i 17 anni sono stati 69.601; nel 2020 erano 35.505.
Secondo Save the children, un 14-15 enne su cinque svolge (o ha svolto) un’attività lavorativa prima dell’età legale consentita.
Il 12 giugno è la Giornata mondiale contro il lavoro minorile, una ricorrenza istituita nel 2002 dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) e che, nel 2023, ha uno slogan molto chiaro: “Giustizia sociale per tutti. Basta lavoro minorile!”. Nell’arco degli ultimi due decenni sono stati fatti notevoli progressi in questa direzione, progressi che però sono rallentati da quando la pandemia, i conflitti e la crisi dei prezzi hanno spinto milioni di famiglie verso la povertà. Avere un reddito in più, in un simile contesto, può fare la differenza. Oggi, sostiene l’Ilo, circa 160 milioni di bambini e adolescenti tra i 5 e i 17 anni lavorano. Nove su dieci vivono in Africa e nella regione dell’Asia e del Pacifico, ma i paesi industrializzati non sono del tutto estranei al fenomeno. Il lavoro minorile in Italia esiste, seppure con incidenze nettamente inferiori; lo provano i dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) e da Save the children.
Quanto è diffuso il lavoro minorile in Italia
L’Unicef ha presentato il suo primo rapporto statistico Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro, curato dal Laboratorio di sanità pubblica dell’università di Salerno sulla base dei dati resi pubblici dall’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) e dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (Inail).
Nel 2022, nel nostro paese, i lavoratori di età compresa fra i 15 e i 17 anni sono stati 69.601, un numero cresciuto rispetto ai 51.845 del 2021 e quasi raddoppiato rispetto ai 35.505 del 2020. Per la stragrande maggioranza (oltre 62mila) si tratta di dipendenti, mentre gli operai agricoli sono 5.881.
Quanto sono comuni gli infortuni sul lavoro tra i minorenni
Il tema della sicurezza del lavoro è fondamentale di per sé, e diventa ancora più delicato se sono coinvolti ragazzi e ragazze. Nel 2021, i lavoratori entro i 19 anni in Italia erano 310.258 e l’Inail ha raccolto 18.923 denunce di infortuni in questa fascia di età. Ipotizzando che la distribuzione sia omogenea, gli infortuni di minorenni sarebbero 4.245. L’incidenza è dunque del 6 per cento, più bassa rispetto alla media del 9,04 per cento che si registra fra i 20 e i 69 anni.
Fra tutte le denunce di infortunio presentate nel 2021 dai giovani fino ai 19 anni, più della metà arriva da quattro regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. Questo però non significa necessariamente che siano le regioni meno sicure, sottolineano i ricercatori. È lecito supporre che al sud Italia ci siano meno opportunità di lavoro regolare. Tra il 2017 e il 2021, sono morti sul lavoro 7 giovani al di sotto dei 14 anni e 67 di età compresa fra i 15 e i 19 anni.
Cosa sappiamo del lavoro minorile al di sotto dei 16 anni
Se i dati Inail e Istat si riferiscono ai ragazzi di almeno 15 anni è perché, in Italia, l’età minima di ammissione al lavoro è di 16 anni, dopo aver concluso la scuola dell’obbligo; scende a 15 nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. Sono previste delle deroghe soltanto per alcune mansioni specifiche legate alla cultura e allo spettacolo. L’indagine Non è un gioco, pubblicata da Save the children in collaborazione con la Fondazione Di Vittorio, prova a sopperire alla mancanza di rilevazioni ufficiali intervistando 2.080 ragazze e ragazzi di età compresa tra 14 e i 15 anni in 72 scuole.
— Save the Children IT (@SaveChildrenIT) June 12, 2023
Dalle loro risposte appare chiaro come il lavoro minorile in Italia esista, e sia tutt’altro che sporadico. Un 14-15 enne su cinque svolge un’attività lavorativa prima dell’età legale consentita o lo ha fatto in passato. Di questi, più di uno su dieci ha iniziato a 11 anni o prima. Sulla base di questi dati, si stima che 336mila bambini e ragazzi fra i 7 e i 15 anni abbiano lavorato, cioè il 6,8 per cento della popolazione di quell’età. Per lo più in bar e ristoranti (25,9 per cento) e negozi (16,2 per cento), in misura minore in campagna (9,1 per cento) e in cantiere (7,8 per cento). Anche la tipologia di mansione ha il suo peso: tra i lavoratori 14-15enni, il 27,8 per cento ha svolto lavori notturni, pericolosi o che interferivano con la frequenza a scuola.
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