L’obiettivo della giornata è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi del sonno, un elemento essenziale per la nostra salute fisica e mentale.
La rivincita di chi odia le mattine, anche i nottambuli hanno i loro diritti
“Cambiamo le regole della società per adattarle ai nottambuli e a chi non è mattiniero”, è l’obiettivo dell’associazione danese B-society.
“Il mattino ha l’oro in bocca”, “chi dorme non piglia pesci”: ci sono vari modi di dire in italiano che sottolineano l’importanza dello svegliarsi presto. Non si tratta però di proverbi moderni e questo potrebbe essere una consolazione per i nottambuli e per chi non dà il meglio di sé alle prime luci dell’alba. Coloro che preferiscono andare a dormire tardi e sono più attivi di pomeriggio spesso si trovano in difficoltà nell’adattarsi alle regole sociali del mondo occidentale che stabiliscono dalle 9:00 alle 18:00 il classico orario di lavoro. Le cose potrebbero cambiare a breve grazie a B-society, un’associazione che, tramite dati scientifici ed esperimenti, vuole facilitare la vita dei nottambuli e di chi non è mattiniero.
Ci sono due tipi di persone, A e B
“La nostra società supporta solo chi è attivo dalla prima mattina. La mia missione è quella di contribuire alla creazione di società più flessibili che siano compatibili anche con le persone di tipo B (ovvero chi si sveglia più tardi rispetto al tipo A) – spiega la scienziata danese Camilla Kring che ha fondato B-society nel 2006 – vogliamo che gli orari di entrata nelle scuole e nei luoghi di lavoro siano allungati così da accogliere anche le persone B”. La B-society ha membri in 50 paesi ed è destinata a trovarne sempre di più: merito dei cambiamenti dell’industria del lavoro che ora permette di lavorare da remoto e facilita la vita da freelance, fatta di orari personali e tabelle scelte in modo indipendente. Modificare le usanze di una civiltà formatasi negli ultimi 70 anni non sarà facile, ma Kring e i nottambuli hanno dalla loro parte anche le ultime scoperte della scienza.
Late sleepers are tired of being discriminated against. And science has their back. https://t.co/TOZUK1msbr via @voxdotcom
— Camilla Kring (@CamillaKring) 4 marzo 2018
Nobel e ritmo circadiano
Ogni essere umano nasce con un proprio ritmo circadiano, ovvero una serie di aspetti e reazioni fisiche che nel corso di 24 ore vanno a influire sui comportamenti del corpo. Fame appena svegli, sonno quando è buio: sono esempi del ritmo circadiano, studiato nel ramo della scienza noto come cronobiologia. Nel 2017 tre scienziati americani si sono aggiudicati un Nobel per la ricerca in questo campo.
B-society si appoggia a queste analisi e nelle sue presentazioni fa riferimento agli esperimenti del professore Till Roenneberg, ricercatore principale in cronobiologia all’Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera, in Germania. Lo scienziato tedesco nel 2012 ha mappato i ritmi circadiani di oltre 250mila persone scoprendo che la distribuzione dei ritmi circadiani varia da tipi estremamente precoci a tipi estremamente tardivi. Una tipica persona A resta sveglia dalle 6:00 alle 22:00 e ha maggiore energia al mattino. Le persone B, d’altra parte, ingranano più tardi e possono, ad esempio, restare svegli dalle 9:00 all’una di notte.
Perché la società attuale preferisce i mattinieri
“Nella società agricola eravamo tutti persone A (mattinieri). Il motivo è che dovevamo lavorare all’aperto e quindi i nostri ritmi circadiani e orologi biologici erano sincronizzati con l’alba e il tramonto – continua Kring che di recente si è fatta conoscere grazie a un articolo apparso sul quotidiano americano New York Times – oggi la maggior parte di noi sono persone B eppure la società è organizzata principalmente in modo da accogliere le persone A: le scuole, gli asili e molti luoghi di lavoro consentono solo orari dalle 8-9 del mattino alle 17-18 del pomeriggio”. Secondo l’organizzazione, essere un persona B in una società A ha un impatto negativo sulla salute, sul rendimento scolastico e sulla carriera.
I dati sulla salute sembrano essere confermati da un recente studio che ha fatto discutere sui rischi maggiori per i nottambuli. “Dobbiamo liberarci dalla società 9-18 e dalla sua mancanza di rispetto per i ritmi biologici delle persone B. La qualità della vita, la salute e la produttività migliorerebbero se offrissimo alle persone orari di lavoro corrispondenti ai loro ritmi biologici. In una società basata sulla conoscenza alzarsi presto al mattino non è la cosa più importante. Invece bisognerebbe lavorare quando si è più produttivi“, aggiunge Kring.
Svegliarsi tardi non è più sinonimo di pigrizia
“Sento di verbalizzare un sentimento che molte persone B hanno sopportato in silenzio. La sensazione di non essere accettati e di dovere cedere alla società che reputa un fallimento e sinonimo di pigrizia non essere fuori dal letto entro le 7 e al lavoro alle 8. Un sentimento di lotta contro i loro orologi biologici per conformarsi alle norme sociali che dettano che la scuola deve iniziare alle 9. Un ritmo biologico non è qualcosa che scegli: combatterò per l’uguaglianza tra mattinieri e nottambuli. Mattina presto non fa per forza rima con responsabilità” conclude Kring. Il processo per l’accettazione di chi non ama la mattina è appena cominciato, ma probabilmente ci vorrà ancora un po’ di tempo per smentire i proverbi di una volta.
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