Apple guida la classifica delle aziende online più sostenibili

Apple è l’azienda che si sta comportando meglio dal punto di vista della sostenibilità tra tutte quelle che realizzano prodotti o offrono servizi online. A sostenerlo è il rapporto di Greenpeace USA Clicking clean: how companies are building the green internet aggiornato al mese di aprile 2014. Poi c’è Facebook, al terzo posto Google.   L’azienda

Apple è l’azienda che si sta comportando meglio dal punto di vista della sostenibilità tra tutte quelle che realizzano prodotti o offrono servizi online. A sostenerlo è il rapporto di Greenpeace USA Clicking clean: how companies are building the green internet aggiornato al mese di aprile 2014. Poi c’è Facebook, al terzo posto Google.

 

L’azienda che produce, tra le altre cose, iPhone e iPad e che ha sede a Cupertino, in California, si posiziona al primo posto nella classifica stilata dalla organizzazione ambientalista che analizza l’impegno su quattro fronti: trasparenza energetica, impegno nello sviluppo delle energie rinnovabili e nel miglioramento delle sedi, efficienza energetica e strategie di mitigazione, sostegno e utilizzo delle rinnovabili.

 

Apple ha preso il voto A in tutto tranne in efficienza energetica (B) per essere riuscita ad alimentare con il 100 per cento di energia rinnovabile sia iTunes, il servizio di musica online,  che iCloud, il servizio di archiviazione di contenuti e file online. È di proprietà di Apple anche il più grande impianto fotovoltaico privato degli Stati Uniti che fornisce energia pulita ai data center in Carolina del Nord.

 

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Al secondo posto c’è Facebook, il social network più popolare al mondo, con tre A e una B nel sostegno e nell’utilizzo delle rinnovabili. Poi il motore di ricerca, ma anche social network, ma anche produttore di dispositivi mobili e molto altro: Google. Entrambe le aziende si sono impegnate ad alimentare i loro data center solo con le rinnovabili.

 

Vanno benino Yahoo, e Microsoft che fa “affidamento sull’acquisto di certificati verdi ma non ha ancora cambiato le sue fonti di approvvigionamento energetico”. Male, malissimo il social network da 140 caratteri Twitter e Amazon, il leader della vendita di prodotti online. Entrambe le aziende si beccano tre F e una D. Twitter perché non è trasparente e “non fornisce informazioni sulla propria impronta ambientale”, Amazon perché solo il 15 per cento del suo fabbisogno energetico è coperto dalle rinnovabili.

 

Se la velocità con cui queste aziende investono nella sostenibilità e nelle energie pulite, fosse la stessa con cui innovano i prodotti e trasformano i servizi online, sarebbero già tra le più verdi del mondo.

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