Per incoraggiare la citizen science, gli scienziati hanno pubblicato una lista delle specie di uccelli di cui mancano testimonianze recenti.
Le aziende si battono per proteggere gli animali dei loro loghi
Molte società che utilizzano un animale come logo sono impegnate nella conservazione della specie che le rappresenta. L’ultimo caso è quello del Royal London Group.
A Londra i pellicani sono di casa dal 1664, anno in cui l’ambasciatore russo ne regalò alcuni esemplari a Carlo II. Oltre quaranta pellicani vivono nel laghetto del St. James Park in compagnia di cigni, anatre, svassi e oche. Da oggi i pellicani hanno un nuovo alleato, il Royal London Group, il più grande gruppo assicurativo del regno Unito.
Il gruppo si è infatti impegnato per i prossimi tre anni a sostenere i costi di alimentazione della colonia, le cure veterinarie e a sponsorizzare programmi di educazione sulla fauna selvatica e a contribuire a preservare il loro habitat. Il motivo è semplice, il logo del Royal London Group è proprio un pellicano.
“Considerata la nostra affinità con questi maestosi uccelli abbiamo accolto con piacere l’invito della Royal Parks Foundation a sostenere il benessere della colonia di pellicani del St. James Park e a promuovere la loro conservazione – ha dichiarato Emma Hill, responsabile del marchio di Royal London Group. – Abbiamo scelto il pellicano per rappresentare il nostro marchio perché è una creatura fiera e dignitosa ed un simbolo araldico di generosità”.
Il Royal London Group non è l’unica azienda impegnata nella conservazione della specie animale utilizzata come logo. Uno degli animali “sfruttati” come simbolo più famosi è il coccodrillo della Lacoste.
La casa d’abbigliamento francese ha aderito alla campagna Save your logo e ha donato 150mila euro per effettuare un censimento del coccodrillo dell’Orinoco, per contribuire a salvaguardare e proteggere la specie in via di estinzione. “Se possiamo restituire qualcosa al coccodrillo che ha reso celebre il nostro marchio abbiamo il dovere di farlo”, ha affermato Michel Lacoste, presidente della società.
Puma, la nota azienda di abbigliamento sportivo tedesca, ha invece finanziato una iniziativa anti-bracconaggio nel Kafue National Park in Zambia, con l’obiettivo di proteggere tutti i grandi felini della zona.
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