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Le Femen sul tappeto rosso a Berlino. Fotogallery
Ha sfilato come un’attrice o la protagonista di un film in concorso. Inna Shevchenko, del movimento femminista Femen, ha percorso martedì 11 febbraio il tappeto rosso alla 64esima edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino. La leader del gruppo si è presentata in topless, come sempre, per protestare contro la mutilazione genitale femminile in
Ha sfilato come un’attrice o la protagonista di un film in concorso. Inna Shevchenko, del movimento femminista Femen, ha percorso martedì 11 febbraio il tappeto rosso alla 64esima edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino. La leader del gruppo si è presentata in topless, come sempre, per protestare contro la mutilazione genitale femminile in Africa e nel resto del mondo.
Questa volta nessun poliziotto ha fermato la donna perché l’esibizione era stata precedentemente concordata con gli organizzatori della rassegna. Secondo Shevchenko è inaccettabile che ogni 19 minuti una ragazza venga mutilata per “tradizione” o credenze popolari.
Femen è un movimento internazionale nato nel 2008 a Kiev, in Ucraina, e formato da donne che protestano presentandosi in pubblico a seno scoperto, con slogan dipinti sul corpo e portando sulla testa corone di fiori. I temi principali per cui si battono scontrandosi spesso con la polizia e rischiando l’arresto sono la discriminazione sessuale e altre forme di repressione dei diritti delle donne e di altre minoranze.
Una delle prime manifestazioni di protesta documentata è stata quella del 21 settembre 2008 quando alcune femen che indossavano solo mutandine e reggiseno si presentarono davanti all’ambasciata turca in Ucraina per denunciare la condizione delle donne nel Paese. Ma la prima apparizione in topless risale al 24 agosto 2009, giorno dell’indipendenza in Ucraina, quando una delle fondatrici, Oksana Shachko, manifestò a seno scoperto.
La loro popolarità ha raggiunto una dimensione internazionale nel maggio del 2013 quando, dopo alcune apparizioni in Europa, tre attiviste del movimento si fecero notare e arrestare per la prima volta in un paese arabo, la Tunisia.
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