Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
I vip in posa con le scimmie danneggiano la conservazione, secondo un programma Onu
Secondo uno studio di un organismo dell’Onu le foto di celebrità ritratte con le scimmie mettono in pericolo gli animali. In aumento il numero dei sequestri di primati in Medio Oriente.
Le grandi scimmie, le creature più simili a noi presenti in natura, sono in pericolo, minacciate dal bracconaggio, dalla distruzione degli habitat, dal commercio illegale di animali selvatici e dalle nostre malattie. Per fortuna numerosi progetti di conservazione intrapresi negli ultimi anni hanno timidamente rallentato il declino delle popolazioni di gorilla (Gorilla gorilla), scimpanzé (Pan troglodytes) e bonobo (Pan paniscus).
Poi un giorno Paris Hilton decide di pubblicare su Instagram una foto che la ritrae con un orango acconciato per l’occasione e rischia di rovinare tutto. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per la sopravvivenza dei grandi primati (Grasp, Great apes survival project), progetto lanciato dall’Onu per salvare dall’estinzione le grandi scimmie, le foto che le celebrità diffondono rischiano di vanificare gli sforzi per reprimere il traffico di fauna selvatica e mettono in pericolo la sopravvivenza di alcune specie.
Alcuni animali come oranghi e scimpanzé sono infatti vittime dell’allarmante aumento del traffico di primati destinati ai circhi, soprattutto in Cina, ma anche a zoo privati e ristoranti negli Emirati Arabi (l’ostentazione del lusso evidentemente non basta più). “Le foto di Paris Hilton e del calciatore del Real Madrid James Rodriguez mentre abbracciano cuccioli di orango a Dubai sono incredibilmente dannose per gli sforzi di conservazione”, ha dichiarato il coordinatore del progetto, Doug Cress.
“Queste foto vengono viste da milioni di fan e fanno passare un messaggio sbagliato – ha spiegato Cress – si pensa che la detenzione di questi animali, catturati illegalmente e che vivono una vita miserabile in cattività, vada bene, ma non è così. È una pratica illegale e contribuisce alla distruzione di alcune specie già in pericolo”.
Dalla ricerca condotta dal Grasp emerge che negli ultimi due anni negli Emirati sono stati sequestrati 49 cuccioli di scimpanzé, questo implica che sono stati uccisi almeno 490 scimpanzé. Gli adulti infatti si oppongono violentemente al rapimento dei cuccioli e si stima che dieci adulti vengano uccisi nel tentativo di proteggere i piccoli.
Il Grasp si è dichiarato molto preoccupato dalla proliferazione dei sequestri di primati protetti in Medio Oriente e ritiene che l’instabilità della regione abbia reso la zona di transito sempre più attraente per i contrabbandieri diretti in Asia. I punti caldi per il mercato nero della fauna selvatica si ritiene che siano il Kurdistan iracheno e l’Armenia, mentre la Libia, dopo la caduta di Muammar Gheddafi, è divenuta una zona di sosta del traffico di grandi scimmie verso l’Egitto.
Il ruolo svolto dal Medio Oriente nel traffico illegale di fauna è una preoccupazione crescente per il Grasp, ma la destinazione finale per gli animali è di solito l’Estremo Oriente. In Cina questi animali vengono schiavizzati in appositi parchi a tema e costretti ad attività degradanti. Considerato l’elevato valore di questi animali sul mercato nero la corruzione legata a questo commercio è altissima. Estremamente preoccupanti sono anche i dati relativi all’impunità per questi crimini: negli ultimi sette anni in tutto il mondo solo 27 persone sono state arrestate per il traffico di scimmie.
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