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Lavorare nella guerra. Scattare foto in contesti aspri, ostili, in mezzo alla sete, alla polvere, all’odio. Il perché di questa scelta può essere spiegato dal coraggio. Dal desiderio di viaggiare. O dalla sensazione di avere la missione di documentare agli occhi del mondo ciò che succede. Missione che per la fotoreporter tedesca Anja Niedringhaus si
Lavorare nella guerra. Scattare foto in contesti aspri, ostili, in mezzo alla sete, alla polvere, all’odio. Il perché di questa scelta può essere spiegato dal coraggio. Dal desiderio di viaggiare. O dalla sensazione di avere la missione di documentare agli occhi del mondo ciò che succede. Missione che per la fotoreporter tedesca Anja Niedringhaus si è conclusa. Con la sua vita.
Faceva parte dello staff dell’Associated Press, Anja, rimasta trafitta in un’auto durante una sparatoria con la polizia afgana il 4 aprile 2014 in cui e è rimasta ferita anche la giornalista Kathy Gannon. Lo ha testimoniato il collega della AP Television News che ha assistito all’omicidio. Erano lì per seguire le operazioni di voto presidenziali in Afghanistan.
“Anja è la 32esima collaboratrice di AP che perde la vita nel compimento del suo dovere dall’anno della fondazione dell’agenzia di stampa, nel 1842 – ha scritto il presidente AP Gary Pruitt -. Questa è una professione per coraggiosi e appassionati, dediti alla missione di far vedere al mondo informazioni giuste, accurate, importanti. Anja Niedringhaus corrisponde in ogni aspetto a questa definizione”. Da inizio anno, con Anja sono 14 i giornalisti uccisi sul campo, fa notare il Committee to Protect Journalists.
Tra i molti riconoscimenti ricevuti nella sua carriera spicca il premio Pulitzer, che la Niedringhaus ha ricevuto nel 2005 per la sua opera di documentazione fotografica della guerra in Iraq. La Associated Press ha condiviso una selezione di sue foto per testimoniare il vasto portfolio di interessi e di eventi seguiti dalla fotoreporter, ma noi l’abbiamo voluta ulteriormente ampliare. Già dalle piccole anteprime si vede l’attenzione – in qualunque ambiente, che sia il verde di Wimbledon o l’ocra del deserto mediorientale – all’elemento umano, alla persona, ai bambini.
Una storia fotografica per ripercorrere, a tappe, alcuni dei suoi viaggi.
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