In Europa la transizione energetica è vicina, grazie a un mix di eolico e solare, ma infrastrutture e burocrazia rischiano di rallentarla
Come dire addio al carbone, secondo il Wwf
Addio al carbone e chi inquina paga. Il nuovo programma del Wwf Italia adottare subito per dire addio alla peggiore fonte di energia.
Il carbone è il combustibile che produce più CO2 e gas serra nella generazione di energia elettrica e pertanto è necessario tracciare una via d’uscita che le nazioni dovrebbero adottare al più presto. Per la Cop 22 di Marrakech, in corso fino al 18 novembre, e per dar seguito all’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi per contenere l’aumento della temperatura media globale entro i due gradi, il Wwf Italia ha elaborato lo studio Politiche e misure per accelerare la transazione energetica e l’uscita dall’uso del carbone nel settore elettrico.
Il carbone è incompatibile con gli obiettivi di Parigi
Per ogni chilowattora di energia generata a carbone, sostiene lo studio, le emissioni di CO2 sono pari a 870 grammi contro i 370 grammi del gas naturale e le emissioni nulle delle energie rinnovabili. Basterebbe questo dato a dimostrare come l’utilizzo del carbone non sia compatibile con gli obiettivi ambientali volti a contenere il riscaldamento globale.
Lo studio è stato presentato proprio durante la Cop 22 ed evidenzia come l’utilizzo del carbone in Italia e in Europa sia ancora principalmente determinato dall’andamento dei prezzi dei combustibili fossili e non dalle politiche ambientali europee: il meccanismo dell’emission trading (ovvero il sistema europeo di scambio quote di emissione, il principale strumento adottato dall’Unione europea per dar seguito al Protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni di gas a effetto serra) non spinge i sistemi energetici a cambiare. Così il Wwf, analizzando i paesi europei che hanno già iniziato a sviluppare politiche e provvedimenti nazionali da affiancare alla normativa europea, ha sintetizzato tre strumenti complementari per abbandonare progressivamente il carbone:
- l’introduzione di strumenti fiscali per garantire il principio del “chi inquina paga” almeno sino a quando la direttiva sull’emission trading non tornerà a dare segnali di prezzo significativi sui mercati;
- la programmazione della chiusura delle centrali, un via d’uscita d’accordo con le diverse parti sociali, in modo da stabilire tempi certi per l’uscita dalla generazione a carbone e garantire un’equa transizione anche per i lavoratori impiegati nelle centrali;
- l’introduzione di nuove regole per la finanza, coerentemente all’Accordo di Parigi.
L’impatto sul mercato italiano è positivo
Lo studio del Wwf ha calcolato l’impatto che l’adozione di questi strumenti avrebbe sul mercato italiano da qui al 2025. Ad esempio l’introduzione di un meccanismo fiscale secondo il quale ogni tonnellata di CO2 costerebbe minimo 20 euro – che diventerebbero 30 euro nel 2022 – alle centrali termolettriche, permetterebbe di tagliare le emissioni dell’8 per cento entro il 2020 assicurando maggiori entrate per lo stato pari a 800 milioni di euro l’anno, un impatto paragonabile a circa lo 0,25 per cento delle entrate tributarie nazionali.
Inoltre, un’uscita graduale avrebbe il vantaggio, secondo lo studio, di poter impostare un’equa transizione per i 2.500 lavoratori oggi impegnati nelle centrali. Un modo questo per onorare gli impegni presi dal presidente del consiglio in numerose occasioni, a partire dagli Stati generali sul clima del giugno 2015, prevenendo situazioni di tensione sociale.
Dante, Cristoforo Colombo e Garibaldi sono testimonial contro il carbone
Insieme allo studio, Wwf ha lanciato per l’occasione una campagna comunicativa a proposito di uscita. Cos’hanno in comune Dante Alighieri, Cristoforo Colombo e Giuseppe Garibaldi? Tutti e tre hanno inventato un nuovo futuro e per questo sono i protagonisti della campagna Dacci retta, il nuovo video del Wwf contro il carbone. “Col suo impatto distruttivo sul clima il carbone mette a rischio l’avvenire delle future generazioni che si troveranno a dover affrontare gli effetti sempre più devastanti del cambiamento climatico”, racconta il video.
Il video, realizzato da Fabrizio e Claudio Colica, vuole far riflettere sull’importanza dell’innovazione e del cambiamento, intesi come opportunità di crescita e superamento di un passato ormai obsoleto. Con il loro stile ironico, i fratelli Colica riescono a trasmettere il più semplice dei messaggi: il carbone è semplicemente superato ed è tempo di farne a meno.
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