Diritti animali

Le nutrie felici di Garlate, un’iniziativa da imitare

A Garlate un progetto animalista vincente per le nutrie della zona che, seguite dai volontari, non sono più un problema per coltivazioni e orti.

  • A Garlate le nutrie vivono serenamente accudite da volontari con una specifica formazione ecologica.
  • Gli animali diventano confidenti e possono essere, senza violenza, portati dai veterinari per la sterilizzazione.
  • Un progetto pilota che apre la strada a una serie di iniziative sul territorio nel pieno rispetto dell’ecosistema.

Sono nutrie felici, rispettate, serene. E convivono in armonia con l’uomo senza recare danni. Anzi. Costituiscono una piccola oasi di felicità in ambito metropolitano e un modo per riavvicinarsi alla natura e ai suoi ritmi. A Garlate, comune lombardo in provincia di Lecco, situato sulla sponda del lago omonimo, questi piccoli animali simili al castoro non sono più un problema. Il progetto di contenimento delle nutrie della zona, che non prevede l’abbattimento come in altri casi, sembra aver dato al momento i risultati sperati. Tra dicembre 2021 e giugno 2022 sono stati sterilizzati 20 esemplari, maschi e femmine, e ora prosegue il monitoraggio che durerà 3 anni con i volontari che hanno il compito di fornire agli animali il nutrimento necessario, evitando in questo modo che vadano a cercare cibo in campi coltivati e in orti privati. Un intervento a costo zero per il comune di Garlate, che ha partecipato alla sperimentazione proposta dall’associazione ProgEco Ambiente & Natura Onlus di Buccinasco con la direzione del biologo Samuele Venturini. Ed è proprio con lui che abbiamo ripercorso le tappe di questa iniziativa importantissima dal punto di vista ecologico, e che costituisce un primo esempio che verrà seguito anche in altre zone italiane.

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La nutria è un piccolo mammifero simile al castoro che veniva negli anni scorsi usato come animale da pelliccia © Pixabay

Le nutrie possono costituire un problema

La nutria (Myocastor coypus) è un roditore originario dell’America meridionale ed è quindi una specie da considerare alloctona in Europa e in Italia. Questi animali sono presenti nella pianura Padana, e il loro impatto ecologico è purtroppo relativo alla distruzione degli habitat e alle modifiche della composizione di comunità di piante acquatiche, oltre a un’azione negativa sugli uccelli che nidificano intorno agli argini e si nutrono in torrenti e piccoli corsi d’acqua. Le nutrie, infatti, usano i loro nidi come piattaforme galleggianti, rompendo o affondando le uova e quindi distruggendo la possibilità di riprodursi dei volatili. Le perdite economiche principali calcolate sono, perciò, associate ai danni alle colture e alla manutenzione degli argini, nei quali vengono scavate le tane, oltre ai costi del controllo delle popolazioni di questi roditori.

Come tutte le specie considerate invasive, ogni regione interessata alla convivenza con i roditori è tenuta a decidere e applicare un piano di gestione della popolazione. Questi piani per il controllo del numero dei soggetti possono prevedere azioni di eradicamento, cioè abbattimento degli individui presenti in un determinato territorio, o  controllo e contenimento del numero di animali. Il tutto è regolamentato dalla legge quadro nazionale sulla caccia n. 157/1992, secondo la quale, nel caso in cui i metodi non cruenti non abbiano avuto l’effetto sperato, si concede la possibilità alle regioni di emanare piani di abbattimento che vengono affidati alle province e ai comuni. Ma uccidere le nutrie non ha senso, ammoniscono gli esperti, perché sono animali stanziali, abitudinari e con una grande facilità a riprodursi. E quando se ne sopprime uno,  lo spazio lasciato libero viene immediatamente preso da un altro.

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Le nutrie di Garlate vengono alimentate dai volontari con vegetali di scarto © Pixabay

Storia di un progetto riuscito

Le organizzazioni che si occupano di tutela ambientale e protezione degli animali hanno contattato Samuele Venturini,  in qualità di biologo,  per fornire consulenze e proposte sulla gestione faunistica ecologica ( e quindi non cruenta) di una colonia di nutrie. Da quel momento tramite incontri tra l’esperto, che rappresenta la parte scientifica, e le amministrazioni locali si sono attuate le varie procedure burocratiche per avviare il primo progetto a Garlate. La legislazione vigente indica proprio la sterilizzazione o comunque il controllo della fertilità come metodo (ecologico) di contenimento della fauna selvatica cosiddetta problematica. E il sindaco ha la facoltà di decidere quale strumento utilizzare in modo da poter raggiungere il risultato preventivato e quindi il contenimento degli esemplari. A questo punto la palla è passata all’associazione ProgEco Ambiente & Natura Onlus , nata nel 2009 con il nome di MI.F.A. – Missione Fauna & Ambiente – onlus. Nel 2013 MIFA cambia denominazione e diviene ProgEco (acronimo di Progetti Ecologici), con lo scopo principale di tutelare l’ambiente e la natura, con particolare riferimento alla flora e alla fauna del territorio italiano, e di promuoverne il rispetto e la salvaguardia, con l’educazione all’utilizzo consapevole delle risorse e al loro riciclo/rivalorizzazione.

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La nutria è un animaletto socievole e simpatico © Pixabay

Le nutrie di Garlate sono solo l’inizio

L’iniziativa di Garlate dimostra come i metodi cruenti di contenimento non solo siano costosi e poco affidabili, ma possano causare gravi danni all’ecosistema, provocando squilibri notevoli e difficili da sanare. Fondamentale, nell’ambito delle iniziative di questo tipo, diventa comunque l’apporto dei volontari. Nel caso del comune lombardo queste persone sono state formate da Samuele Venturini (in quanto biologo e rappresentante legale dell’associazione ed esperto in ambito faunistico e ambientale) mediante un corso di formazione specifico. I volontari alimentano le nutrie con vegetali di scarto – quindi a costo zero – e le addomesticano gradualmente fin quando gli animali arrivano a fidarsi, lasciandosi condurre nel trasportino –  son quelli usati per i cani di piccola taglia o i gatti – per essere condotte dal veterinario che le sterilizzerà, per poi rimetterle nel territorio.  Il tutto senza violenze e senza stress.

E con l’esperienza di Garlate, la Lombardia si conferma una delle regioni italiane all’avanguardia in tema di diritti animali. “Dobbiamo ringraziare tutti i veterinari e i volontari che si sono impegnati nella cattura e sterilizzazione delle nutrie presenti nella zona. Si tratta di un intervento necessario per contenere la presenza di questi simpatici animali attraverso un metodo non cruento e per salvaguardare il nostro territorio. Un’iniziativa che verrà al più presto replicato in altre sedi”, afferma l’assessore regionale al territorio e sistemi verdi, Gianluca Comazzi.

L’esperienza delle nutrie di Garlate diventa, quindi, un’apripista per una serie di progetti che avranno lo stesso tema e le medesime finalità. Dal 2008 sono diverse le realtà in cui la gestione ecologica delle nutrie è stata scelta e realizzata con risultati fino a questo momento positivi. Il metodo Buccinasco è quello che ha fatto scuola, essendo stato il primo progetto pilota ufficiale al mondo che ha applicato il controllo della fertilità su questa specie animale. Nel tempo, oltre a Buccinasco (MI) si sono susseguiti altri comuni come Pandino (CR), Rio Ospo (provincia di Trieste), Sesto S. Giovanni (MI), Sassuolo (MO), Castel d’Argile (BO), Modena. In contesti più piccoli si sono proposti e utilizzati con successo anche i dissuasori a ultrasuoni. Niente uccisioni, quindi, e niente crudeltà nei confronti di animali indifesi. Ma semplice buon senso e rispetto di di coloro che, come noi, affollano il nostro ecosistema. E la volontà di convivere pacificamente in quello che nei secoli è stato l’habitat naturale di tutte le specie viventi.

Qui e qui maggiori informazioni sulle nutrie e la loro gestione.

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