Comprendere l’epigenetica fornisce gli strumenti per restare in salute. Dall’alimentazione allo stile di vita, scopriamo come influire positivamente sul nostro patrimonio genetico.
Le origini della Fitoterapia
Origini della fitoterapia; dalla Cina, all’India, passando per l’Egitto e L’occidente, questa disciplina ha molte sfaccettature tante influenze
L’uso terapeutico delle piante nella tradizione cinese ed indiana
è descritto come antico di migliaia di anni: i Cinesi
attribuirono all’imperatore Shen Nung (3.400 a.C.) la
paternità del primo grande erbario con prescrizioni
erboristiche. La tradizione indiana descritta nei Veda, i libri
della saggezza, risale a 4.500 anni fa.
Anche in Occidente le origini della fitoterapia risalgono a
migliaia di anni fa.
Dell’uso delle piante nella civiltà Assiro-babilonese
abbiamo notizia dalle tavolette di argilla della biblioteca di
Ninive; presso gli Ebrei, nella Bibbia si fa cenno spesso alle
particolari proprietà curative delle piante.
In Egitto lo studio e l’utilizzo delle piante medicinali è
di competenza dei sacerdoti. Degli Egiziani è il primo
“trattato di medicina”, attraverso il Papiro di Ebers, che nomina
160 piante ancora presenti nelle farmacopee occidentali.
Alla civiltà greca appartengono delle figure fondamentali:
come Ippocrate, il “padre della medicina”, per il quale la funzione
del medico è quella di aiutare la forza risanatrice della
natura e Teofrasto, allievo di Aristotele, che getta le basi della
Botanica moderna.
Presso i Romani ricordiamo Dioscoride, vissuto a Roma nel I°
secolo d.C., che nel suo trattato “De Universa Medicina” conferisce
una impronta scientifica allo studio delle sostanze naturali e
delle piante.
Galeno, nel II° secolo d.C. evidenzia l’efficacia dei principi
attivi di origine vegetale e codifica delle formulazioni di droghe
vegetali e di medicamenti, definiti ancor oggi “preparazioni
galeniche”.
Fra gli arabi vanno ricordati Avicenna e Averroè, che verso
il 1000 d.C. portarono in Occidente le conoscenze orientali e le
preziose scoperte scientifiche del mondo mussulmano.
Nell’epoca medioevale lo studio della medicina è affidato ai
religiosi: nei monasteri i monaci coltivano piante medicinali e
curano gli ammalati. Si vengono così a formare vere e
proprie scuole di medicina, dirette dai monaci stessi. Una figura
di particolare rilievo è la monaca benedettina Ildegarda di
Bingen, che scrisse diverse opere con indicazioni terapeutiche
naturali.
Maria Teresa Lucheroni
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