Barbabietola, broccolo, carciofo, cardo, catalogna, carota e molto altro. Ecco le indicazioni per la spesa di marzo, buona, sana e sostenibile.
Le verdure in busta
Apparse prima nei banchi dei supermercati, oggi fanno capolino anche in molti negozi di frutta e verdura, già pronte all’uso e confezionate in buste sigillate. Le verdure in busta sono sicuramente comode e veloci e riescono ad attrarre molti consumatori, specialmente quelli che hanno poco tempo da dedicare alla cucina. Prima di analizzare quali sono le
Apparse prima nei banchi dei supermercati, oggi fanno capolino
anche in molti negozi di frutta e verdura, già pronte
all’uso e confezionate in buste sigillate.
Le verdure in busta sono sicuramente comode e veloci e riescono ad attrarre molti
consumatori, specialmente quelli che hanno poco tempo da dedicare
alla cucina.
Prima di analizzare quali sono le caratteristiche e le
modalità di conservazione delle verdure in busta, vogliamo
però ricordare che le verdure, e in particolare le insalate,
sono un alimento che andrebbe consumato fresco, lavato a foglia
intera sotto acqua corrente e, soprattutto, tagliato poco prima di
essere servito.Le foglie spezzate o tagliate, infatti, perdono le
vitamine nel giro di breve tempo.
Le verdure “in busta”, una volta raccolte, lavate, tagliate,
vengono trattate con anidride solforosa (E220), che aiuta a
mantenere un aspetto fresco, e imbustate.
L’E220 è un conservante molto utilizzato nelle preparazioni
anche se l’abuso di questo prodotto può causare reazioni
allergiche e intolleranze alimentari in quanto favorisce il
processo inibitorio delle vitamine B1 e la B12. È inoltre
causa della diminuzione del valore nutritivo dei cibi.
Questo tipo di conservante non deve essere presente nei prodotti
marchiati biologici in quanto la legislazione in merito non
permette l’uso di alcun tipo di conservante.
Il lavaggio industriale delle verdure viene effettuato in modo da
non compromettere la salute di chi le consuma, tuttavia non
esistono limiti legislativi che definiscano la massima carica
microbica consentita. Il livello d’igiene di questi preparati
è definito dagli standard interni dei singoli
produttori.
Altro discorso è quello della conservazione. L’insalata
avvizzisce, le parti tagliate imbruniscono rapidamente. I fattori
che maggiormente influiscono sulla shelf-life, ovvero sulla
durabilità del prodotto, sono la temperatura e la presenza
di ossigeno.
Le buste in polipropilene utilizzate dall’industria riescono a
ostacolare la penetrazione dell’ossigeno e la fuoriuscita di
anidride carbonica. In questo modo si blocca la respirazione delle
foglie, si limita la perdita di acqua rallentando l’avvizzimento e
si crea una barriera al proliferarsi di muffe e microorganismi
putrefattivi.
Per quanto riguarda le modalità di conservazione, le buste
devono essere mantenute in frigorifero e, all’acquisto, non si
devono presentare gonfie e appannate.
Non essendoci l’obbligo della data di confezionamento, è
consigliabile acquistare prodotti ad almeno 3 – 4 giorni dalla
scadenza. Inoltre, una volta aperta la confezione, il prodotto deve
essere consumato il prima possibile, in quanto la sua
conservabilità è decisamente inferiore a quella del
prodotto non trattato. Infine, anche se le confezioni recitano che
la verdura è pronta per essere consumata è comunque
consigliabile rilavarla in quanto si diminuisce la residua
concentrazione di carica batterica.
Betty Pajè
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