Ad agosto 2022 Joe Biden ha firmato la più ampia legge sul clima della storia americana. Creando 101mila posti di lavoro e opportunità per le ex-miniere.
L’Inflation reduction act è la più ambiziosa legge sul clima della storia statunitense.
Dopo cinque mesi dalla sua approvazione, erano stati creati più di 101mila nuovi posti di lavoro verdi.
L’amministrazione incentiva l’installazione di pannelli solari al posto delle vecchie miniere di carbone.
Si chiama Inflation reduction act ma è, prima di tutto, una legge sul clima. Una legge che è stata varata dall’amministrazione di Joe Biden e vuole imprimere una direzione diversa all’economia a stelle e strisce, creando opportunità di crescita che contribuiscano al tempo stesso ad abbattere le emissioni. A poco più di sette mesi di distanza, è ancora presto per capire se queste altisonanti promesse saranno realizzate. Ma si assiste già ai primi, interessanti segnali di cambiamento.
Cos’è l’Inflation reduction act, la legge sul clima voluta da Biden
Firmato da Joe Biden ad agosto 2022, l’Inflation reduction actè il più ampio e ambizioso piano di interventi per il clima della storia degli Stati Uniti. Come suggerisce il nome, non si occupa solo di clima ma interviene principalmente sull’inflazione, abbassando i costi sanitari per la popolazione e coprendone i costi attraverso una serie di misure fiscali.
Nel suo insieme, il pacchetto di spesa vale 374 miliardi di dollari. La transizione energetica e climatica fa la parte del leone con circa 300 miliardi, di cui 60 per le infrastrutture legate all’energia rinnovabile, a cui si accompagnano sgravi fiscali per chi sceglie di acquistare un’auto elettrica o migliorare l’efficienza energetica della propria casa.
Anche grazie a questa legge sul clima, l’amministrazione democratica promette di ridurre le emissioni di gas serra del 40 per cento rispetto al 2005, entro il 2030. Un obiettivo comunque meno ambizioso rispetto a quello dell’Unione europea che mira, invece, a un taglio del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990.
101mila nuovi posti di lavoro verdi in cinque mesi
La legge sul clima è stata approvata il 16 agosto 2022. Il 31 gennaio 2023, cioè poco più di cinque mesi dopo, le società che si occupano di energie pulite avevano già annunciato 101.036 nuove assunzioni in 31 diversi stati americani. I dati arrivano da un report redatto dalla campagna Climate power.
Questi posti di lavoro verdi sono stati necessari per sviluppare oltre 90 progetti legati alle energie pulite, per un totale di 89,5 miliardi di dollari di investimenti. Non si tratta soltanto di installazione di pannelli solari e pale eoliche, ma anche di fabbricazione di batterie e veicoli elettrici. La maggioranza di queste opere si trova in sette stati: Arizona, Georgia, Michigan, Ohio, South Carolina, Tennessee e Texas. In Georgia, in particolare, sono in fase di sviluppo progetti per un valore di circa 15 miliardi di dollari, con un impatto previsto pari a 17mila nuovi occupati.
Pannelli solari al posto delle miniere di carbone
Mentre in Italia si discute su quanto pannelli solari e pale eoliche rovinino il paesaggio, dall’altra parte dell’oceano l’amministrazione di Joe Biden stanzia 450 milioni di dollari per installare parchi solari, e altri impianti di produzione di energie pulite, all’interno delle vecchie miniere di carbone. Cinque progetti saranno finanziati attraverso la legge sulle infrastrutture del 2021, ma il presidente americano ha già fatto sapere che sarà possibile accedere ai benefici fiscali della nuova legge sul clima del 2022.
“The workers who powered the last century of industry and innovation can power the next one” —@SecGranholm
L’amministrazione conta così di attrarre investimenti nelle zone storicamente deputate all’estrazione di carbone, andate incontro a un lento declino economico negli scorsi anni. “I lavoratori che hanno dato impulso all’industria e all’innovazione nel secolo scorso possano fare lo stesso per il prossimo”, ha dichiarato la segretaria per l’Energia Jennifer Granholm. I territori minerari come gli Appalachi, sostiene, da decenni hanno le infrastrutture, la forza lavoro, le competenze e l’attitudine per produrre energia. Con i giusti incentivi, questo bagaglio può essere aggiornato e messo al servizio dell’energia pulita.
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Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.