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Leggerezza del cibo, leggerezza del pensiero
La biochimica dell’organismo influenza l’umore, la personalità, la salute.
Quante volte abbiamo avuto la sensazione che il nostro umore
mattutino dipendesse da quello che abbiamo mangiato la sera prima?
Non ci sbagliavamo, abbiamo percepito quella che è la “punta
di un iceberg”. Spieghiamoci meglio: il modo con cui ci rapportiamo
agli altri, i nostri successi nella vita, le paure, le inibizioni,
così come la capacità di fare amicizia e amare sono
ampiamente determinate dal terreno biochimico creato dai valori di
minerali organici. Tali valori sono acquisiti come il risultato di
un adattamento del nostro organismo a stress fisici, psichici e
nutrizionali. Eccessi o carenze di minerale e corrispondenti
alterazioni dei rapporti tra minerali possono darci un’idea esatta
delle particolarità del carattere di un individuo e
permetterci di risalire al suo stile alimentare.
Facciamo qualche esempio.
Un consumo eccessivo di prodotti animali può portare ad un
eccesso di sodio a livello dei tessuti rispetto al potassio e
questo può causare emozioni quali risentimento, senso di
inadeguatezza, depressione, paura, instabilità emotiva,
ostilità, perdita di controllo. Un eccesso di calcio nei
tessuti può causare invece diminuzione di vitalità,
chiusura, minor espressione delle emozioni; una carenza di calcio
porterà tensione muscolare, insonnia e irritabilità.
Poco potassio può indurre stanchezza muscolare, fatica
estrema, indifferenza, perdita di emozioni. La carenza di vitamine
del gruppo B può indurre aggressività,
irritabilità, confusione; troppa vitamina C può
ridurre il rame a livello dei tessuti provocando a lungo andare
sintomi quali aggressività, paura, ansietà. E via di
seguito.
Un’alimentazione monotona o sbilanciata, insieme a inquinamento
ambientale, accumulo di fatica, poco movimento e stress, può
appesantirci ulteriormente perché intossica il nostro
organismo: risveglio lento, bocca amara, lingua patinata, stato
dell’umore peggiorato e instabile, pensiero negativo,
irritabilità e ridotta creatività. Cosa possiamo fare
a questo punto per ritrovare quella sensazione di leggerezza,
piacevole, che ci predispone al buon umore e alla stabilità
emotiva?
L’alimentazione naturale è una buona risposta. Può
connetterci alla leggerezza del pensiero perché esprime una
qualità del cibo che “fa sentire relativamente poco il suo
peso” e quindi facilita il processo della digestione: “cibo leggero
a lavorarsi come il legno da opera, leggero a bruciare come il
legname da ardere”.
Bastano poche semplici regole a tavola per sentirsi “leggeri”:
scegliamo prodotti di buona qualità, ovvero da agricoltura
biologica: sono privi di residui di pesticidi e secondo le ultime
ricerche risultano anche più ricchi dal punto di vista
nutritivo; riduciamo i tempi di cottura: preserveremo il contenuto
vitaminico e nutritivo degli alimenti; cuociamo senza soffriggere e
bruciacchiare il cibo: le ricette saranno ugualmente gustose e non
con conterranno sostanze tossiche; per condire privilegiamo l’olio
extra vergine di oliva, meglio a crudo ma anche cotto: è in
assoluto il grasso più completo dal punto di vista
nutritivo; variamo sempre i cibi e scegliamoli di stagione per
essere sicuri di apportare all’organismo tutti i nutrienti
essenziali al massimo del loro potere nutritivo; utilizziamo le
piante alimentari selvatiche (ortica, malv e così via); sono
depurative e ricche di principi attivi; usiamo spezie ed erbe
aromatiche: favoriscono la digestione, danno gusto alle ricette e
ci aiutano a esprimere al meglio la voglia di fantasia in
cucina.
Giulia Fulghesu
Psicologa e dietista
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