La società LEGO ha spiegato che anni di studi e sperimentazioni non hanno portato a trovare materiali più sostenibili adeguati. Ma la ricerca continua.
L’80 per cento dei mattoncini LEGO è prodotto con l’acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS), derivato dal petrolio.
In questi anni l’azienda danese ha sperimentato circa 250 materiali più sostenibili, che non hanno dato risultati positivi.
La ricerca proseguirà con nuovi investimenti, mentre LEGO abbandonerà il packaging di plastica.
L’azienda danese LEGO non produrrà mattoncini da plastica riciclata. L’annuncio è arrivato dall’amministratore delegato, Niels Christiansen, che ha sottolineato come gli sforzi e gli investimenti compiuti in questi anni per cambiare materiale di produzione in chiave sostenibile non abbiano prodotto risultati soddisfacenti.
Per realizzare i suoi iconici mattoncini, LEGO utilizza l’acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS), prodotto con il petrolio. In questi anni si è cercata una transizione verso forme di produzione a più basso impatto ambientale, che però si sono rivelate non funzionali per gli scopi dell’azienda e senza un reale guadagno in termini di sostenibilità. La ricerca di LEGO di nuovi materiali di produzione andrà avanti, in parallelo ad altri progetti in ottica di salvaguardia dell’ambiente.
Il dietrofront di LEGO
LEGO è l’azienda produttrice di giocattoli più grande al mondo. Ogni anno produce miliardi di mattoncini, strutturati in modo da potersi incastrare tra loro per realizzare costruzioni più o meno ingegnose. Il materiale utilizzato per questi mattoncini, quello che meglio si presta allo scopo, è nell’80 per cento dei casi l’acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS), un polimero termoplastico. C’è però un problema: per fare un chilo di ABS servono due chili di petrolio.
In questi anni l’azienda danese ha investito centinaia di milioni di euro in ricerca e sviluppo per cercare di ridurre gradualmente l’utilizzo della plastica ricavata da petrolio. L’obiettivo era l’eliminazione completa entro il 2032 e sono state sperimentatecirca 250 produzioni alternative, per la maggior parte derivanti da biomasse vegetali. A partire dal 2021 l’attenzione si è focalizzata sulle bottiglie di polietilentereftalato riciclato, il cosiddetto PET riciclato, che sembrava potesse essere la soluzione migliore. Ora però è arrivato l’annuncio che anche questa sperimentazione è fallita.
Tim Brooks, capo del dipartimento che si occupa di sostenibilità ambientale di LEGO, ha ammesso che la passare dall’ABS al PET riciclato sarebbe “come cercare di fare una bici di legno anziché di acciaio”. I mattoncini sarebbero infatti troppo poco resistenti e per compensare questa fragilità servirebbe aggiungere nuovi ingredienti nella produzione e ulteriori lavorazioni, il che avrebbe un impatto importante sulle emissioni inquinanti.
Le altre iniziative in campo
LEGO continuerà dunque a produrre mattoncini con il petrolio. Ma non si tratta di una resa, hanno fatto sapere dalla dirigenza della società danese.
Lego abandons effort to make bricks from recycled plastic bottles
Danish company says complications with non-oil-based materials would have entailed higher total carbon emissions
Lego has stopped a project to make bricks from recycled drinks bottles instead of oil-based… pic.twitter.com/di3573AN4u
La ricerca di materiale più sostenibili dell’ABS andrà avanti, con una spesa triplicata di qui al 2025. L’obiettivo è anche quello di intervenire sull’ABS stesso, cercando di ridurre la quantità di petrolio necessario e compensando con materiali riciclati o di origine vegetale. Oltre a questo, verranno gradualmente eliminati gli imballaggi di plastica con cui vengono venduti i giocattoli, passando definitivamente entro il 2025 alla carta. Come ha dichiarato l’amministratore delegato Niels Christiansen, questo consentirà di raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni inquinanti del 37 per cento entro il 2032, rispetto ai valori del 2019.
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